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Azioni o obbligazioni: com’è composto il nostro portafoglio di investimento?

Di questi tempi, chiedersi quale sia la corretta composizione di un portafoglio d’investimento è uno degli interrogativi più ricorrenti. Scopriamo le differenze di portafoglio tra gli investitori europei e quelli americani.

di Elisabetta Villa - 18 Luglio 2017 - 4'

Di questi tempi, chiedersi quale sia la corretta composizione di un portafoglio d’investimento è uno degli interrogativi più ricorrenti. Tutto ciò ovviamente è influenzato da fattori che tengono conto degli obiettivi che intendiamo conseguire, dell’orizzonte temporale da assumere e del profilo rischio-rendimento da adottare. Alla domanda se preferiscono l’investimento azionario o obbligazionario, gli investitori italiani si dividono: se l’investimento in azioni ci affascina, le obbligazioni sono da sempre le protagoniste dei portafogli degli italiani.

E investitori degli altri paesi come la pensano?

Per rispondere, abbiamo tratto spunto dal report “Global Wealth 2017” realizzato da Boston Consulting Group.

Nel 2016 la ricchezza finanziaria privata mondiale è cresciuta del 5,3% raggiungendo la cifra di 166,5 trilioni di dollari. Questa espansione è stata principalmente frutto dell’accelerazione delle economie globale e della generale crescita dei prezzi degli asset finanziari.

A livello globale, la maggiore quota del portafoglio dell’investitore è rappresentata dalle azioni, inoltre, entro il 2021 la percentuale dell’azionario aumenterà ulteriormente. Esistono però significative differenze in termini di asset allocation tra le varie aree geografiche. Ad esempio, gli investitori nordamericani sono massicciamente esposti all’azionario mentre gli europei occidentali mostrano un profilo più bilanciato. Gli investitori delle altre aree geografiche, tra le quali Giappone e Asia Pacifico, possiedono invece una maggiore propensione a detenere liquidità rispetto agli altri.

In cosa investono i nordamericani?

Nel 2016 la ricchezza privata finanziaria dei nordamericani ha raggiunto quota $55,7 trilioni, più di ogni altra area al mondo, registrando una variazione annua del 4,5%.

Tra i principali fattori che hanno influenzato questa crescita si segnalano il rally vissuto sui mercati post-elezione di Trump e l’incremento dei redditi da lavoro.

Le aspettative sono prevalentemente positive. Si stima che il portafoglio di attività finanziarie dei nordamericani raggiungerà il valore di $73 trilioni entro il 2021.

Il portafoglio dell’investitore nordamericano è massicciamente orientato verso la componente azionaria. Le azioni hanno un peso pari al 70% del portafoglio, contro il 16% delle obbligazioni e il 14% della liquidità.

In cosa investono gli europei?

Gli investitori dell’Europa occidentale detengono uno stock di ricchezza finanziaria pari a $40,5 trilioni, in aumento del 3,2% rispetto ai valori del 2015.

Il report BCG sottolinea che le politiche monetarie espansive condotte dalla BCE sono state uno dei fattori determinanti per la crescita.

Nonostante le incognite future legate al divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea, le prospettive sul valore delle attività finanziarie degli investitori europei rimangono positive: entro il 2021 dovrebbero arrivare a circa $48 trilioni.

Il portafoglio degli europei si dimostra più bilanciato rispetto a quello degli americani. Le azioni, pur rimanendo l’asset preferito, costituiscono il 39% del portafoglio mentre i bond rappresentano una quota pari al 25%.

A differenza degli investitori americani, nel portafoglio degli investitori europei si segnala un’elevata presenza di liquidità (37%).

Come già vi avevamo suggerito in questo articolo, tenere liquidità in eccesso non è proprio una mossa intelligente.

In primis, la liquidità non elimina del tutto i rischi per i nostri risparmi: il ritorno dell’inflazione, ad esempio, rischierebbe di erodere inevitabilmente il nostro potere d’acquisto. Come calcolato da Credit Suisse, dal 1900 al 2016, l’inflazione media annua in Italia è stata superiore all’8%. Ciò significa che ogni anno un italiano avrebbe perso circa l’8% di potere d’acquisto proprio a causa dell’inflazione.

L’eccessiva liquidità parcheggiata sul nostro conto corrente ci spinge inoltre ad essere spendaccioni per cose di cui non abbiamo bisogno. Ad oggi, pertanto, anche se l’inflazione è ben lontana dalla media di lungo periodo, la migliore strategia che può adottare l’investitore non è certamente quella di barricarsi nella liquidità. L’investimento in strumenti finanziari ci consente infatti di mantenere più facilmente la rotta per il raggiungimento dei nostri obiettivi di risparmio.

Scopri il simulatore di portafogli di AcomeA SGR, uno strumento interattivo che ti permette di simulare l’andamento nel tempo di un investimento in fondi comuni.

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