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“Col senno di poi”, come sarebbero andati i miei investimenti?

Una delle parti più difficili del processo decisionale di un persona è proprio quella che riguarda le sue finanze.
Quanto è rilevante la teoria del rimpianto?

di Una finestra sul mondo - 19 Febbraio 2018 - 4'

È facile essere saggi col senno di poi. Ci si accorge che tanti eventi, sono la conseguenza di piccolissimi dettagli nelle scelte che abbiamo compiuto molto tempo prima.

Una delle parti più difficili del processo decisionale di un persona è proprio quella che riguarda i suoi investimenti finanziari.

Lo psicologo David Bell l’ha chiamata “Teoria del rimpianto” (Regret Theory), quel sentimento secondo il quale ci concentriamo costantemente su ciò che sarebbe accaduto se avessimo preso una decisione diversa con i nostri soldi.

Per dimostrarlo, Bell condusse un esperimento su un gruppo di persone, ponendo loro di scegliere tra due alternative:

– Un guadagno certo di 400 euro.

– Vincere 1000 euro se esce testa, oppure non vincere nulla se esce croce.

Bell scoprì che gli individui che avevano scelto di rischiare, si definirono eccessivamente avidi e dissero che tornando indietro non avrebbero fatto la stessa scelta. Allo stesso modo, chi aveva accettato i 400 euro supplicò che mai nella vita avrebbe voluto sapere l’esito finale della lotteria.

In sostanza, Bell notò che quando prendiamo decisioni sul denaro ci sarà sempre qualcosa che ci fa guardare indietro con rammarico.

La Teoria del rimpianto vale anche per gli investimenti?

A volte l’investitore vende un investimento che continua a salire, altre volte preferisce tiene duro e assistere inerme al suo sgretolamento. Poi ci sono tutti quegli investimenti che non sono stati fatti e che hanno ottenuto guadagni astronomici. E allora le domande che turbano la mente dell’investitore si fanno sempre più ricorrenti:

– Cosa sarebbe successo se avessi venduto poco prima che le azioni crollassero?

– Cosa sarebbe successo se non avessi corso tutti questi rischi?

– Come sarebbe successo se avessi ascoltato i consigli del mio consulente?

Il rimpianto di un investimento cresce in modo particolare durante le fasi di correzione, e cioè di discesa, dei mercati azionari. Uno degli aneddoti più curiosi in questo senso ci giunge da una lettera di Warren Buffett rivolta ai suoi azionisti nel 1966.

In quell’occasione si verificò che da febbraio a ottobre dello stesso anno, l’indice Dow Jones perse circa il 22%. A seguito di questo declino, Buffett fu chiamato dai suoi partner che di dimostrarono parecchio preoccupati per l’andamento dei mercati.

Warren Buffett rispose, in questo modo:

Permettetemi ancora una volta di spiegarvi due concetti:

1) il futuro non è mai stato chiaro per me (chiamatemi quando lo sarà per voi).

2) nessuno di voi, nel recente passato, si è premurato di chiamarmi dopo la salita del mercato per ricordarmi di focalizzare la mia attenzione sui possibili rischi.

Non sono nel business della previsione dei mercati azionari, e se pensate che io possa farlo, allora non dovreste far parte di questa società.”

Quando i mercati cominciano a scendere, gli investitori cercano di trovare spiegazioni soddisfacenti che tentano di incutere sicurezza, in momenti in cui l’incertezza la fa da padrona. Ma nessuno è in grado di prevedere il futuro né sapere quando i mercati scenderanno o saliranno.

Vale la pena dunque, rammentare alcuni consigli utili su come superare il rimpianto negli investimenti:

1) La diversificazione è in grado di darti una maggiore possibilità di avere in portafoglio investimenti redditizi.

2) Tieni un registro delle tue scelte di investimento. Cerca di dare risposta al motivo che ti ha portato a farle e di come avrai intenzione di misurare il successo o l’insuccesso nel futuro.

3) Lasciali andare. Ci sono dei momenti in cui non puoi dare risposta a tutto e in cui dovrai accettare un minimo di incertezza. Ma questo fa parte del gioco, come ci insegna Warren Buffett.

Articolo tratto e rielaborato dal blog “A Wealth of Common Sense” .

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