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E se i fondi comuni premiassero la tua fedeltà?

I migliori risultati da un investimento si ottengono su un orizzonte temporale medio lungo. Difficilmente però i fondi forniscono benefici tangibili per aiutare i risparmiatori a tenere il comportamento corretto. Ecco da un recente articolo sul Wall Street Journal una proposta interessante.

di Una finestra sul mondo - 9 Giugno 2015 - 5'

I migliori risultati da un investimento si ottengono su un orizzonte temporale medio lungo. Difficilmente però i fondi forniscono benefici tangibili per aiutare i risparmiatori a tenere il comportamento corretto. Ecco da un recente articolo sul Wall Street Journal una proposta interessante.

Se parlate con un dirigente di una società di gestione per più di due minuti non mancherà di lamentarsi dell’impazienza dei risparmiatori. Ed ha ragione: gli investitori sia retail che quelli istituzionali cercano rendimenti nei tempi buoni e salvataggi in quelli difficili.

Secondo l’Investement Company Institute, un’associazione di categoria, gli investitori grandi e piccoli detengono fondi azionari in media per quattro anni e fondi obbligazionari per meno di tre. Questi tempi si sono accorciati di un anno rispetto a 10 anni fa, anche se gli investitori in fondi storicamente non hanno mostrato maggiore costanza.

C’è una strada percorribile per stimolare maggiore pazienza tra gli investitori: punti fedeltà come quelli diffusi in altri settori. Il vostro supermercato, la farmacia, la banca o la pompa di benzina vi offrono punti fedeltà e sconti. Persino le compagnie aeree, che vi stipano in sedili strettissimi e vi danno da mangiare una manciata di noccioline rafferme, offrono punti per i viaggiatori frequenti. Eppure la maggior parte dei gestori fa poco o nulla per mostrare apprezzamento per la fedeltà degli investitori. Sorprende quindi il fatto che le persone trattino i fondi come un bene fungibile?

Bisogna premettere che non è facile misurare quanto questi programmi siano efficaci nell’aumentare la fedeltà dei consumatori. Ma finalmente alcune società di gestione stanno provando ad affrontare il problema.

In un recente articolo sul CFA institute, Ted Seides, presidente di Protégé Partners, una società di New York che controlla 2 miliardi di dollari investiti in hedge fund gestiti da altri, ha lanciato la proposta che i fondi hedge applichino “premi fedeltà” o commissioni di gestione decrescenti nel tempo per i clienti che rimangono investiti negli anni. Un hedge fund che carichi una commissione di gestione dell’1,5% all’anno (accanto a un rendimento del 15-20%), potrebbe ridurla all’1,3% per un cliente dopo il quinto anno di investimento, allo 0,8% dopo il decimo e così via.

“È incredibile” che così pochi investitori abbiano richiesto alle case di gestione soluzioni di questo tipo, dice Seides. “Pazzesco”.

David Salem, partner di Windhorse Capital Management, una società con base a Boston che gestisce investimenti per circa 300 milioni di dollari, ha già introdotto un approccio simile. Uno dei fondi della società, Windhorse Ascent, che investe in una pluralità di strumenti per conto di clienti facoltosi con un orizzonte temporale lungo, carica una commissione di gestione annua dello 0,8% per chi mantiene il capitale investito per almeno tre anni, dello 0,6% per chi rimane dentro per cinque anni e dello 0,4% per una permanenza di almeno sette anni.

“Più paziente è il capitale, più lungo è l’orizzonte dell’investimento, migliori saranno i risultati”, dice Salem. “Questa potrebbe essere l’unica banale verità dell’investire, e vorremmo che tutti iniziassero a ragionare per il lungo termine”.

Nel 2000 il gigante dei fondi Vanguard ha introdotto una classe di quote di fondi cosiddette Admiral, come modo per premiare gli investitori fedeli. I sottoscrittori che lasciavano un capitale di 150.000 $ investito per almeno tre anni, o di 50.000 $ per almeno dieci anni, erano promossi da Vanguard alla classe Admiral. Ciò dava ai clienti un immediato vantaggio in termini di commissioni di gestione, più basse di circa un terzo rispetto a quelle normali.

Oggi 1100 miliardi di dollari, il 36% dei patrimoni gestiti da Vanguard, sono investiti nella classe Admiral. Con il crescere delle masse gestite dalla società si sono ridotti i requisiti per essere ammessi: chiunque con 10.000 $ investiti in un fondo passivo o 50.000 $ in un fondo attivo può investire in classe Admiral, indipendentemente dalla durata dell’investimento. Anche Fidelity Investments offre quote di fondi a commissioni ridotte per chi investe almeno 10.000 $.

Potreste pensare che diverse case di gestione abbiano seguito questo esempio, ma la classe Admiral non ha mai suscitato “fermento o controversie o invidia o emulazione” dice un dirigente di Vanguard che ha partecipato al lancio del prodotto. Diversi esperti del settore dicono di non essere al corrente di esperienze simili.
[…]

Dal 1990 le società di gestione hanno proposto un variegato alfabeto di quote di fondi per far pagare più commissioni a certi clienti: le quote A che prevedono commissioni di ingresso, le quote B con commissioni di uscita, le quote C con commissioni di gestione più elevate, insieme alle quote D, le quote E, le quote F, le quote H, le quote I, le quote IR, le quote K, le quote L, le quote M, le quote N, le quote O, le quote P, le quote Q, le quote R, le quote RX, le quote S, le quote T, le quote W, le quote X, le quote Y e le quote Z.

Nessuno tuttavia, sembra, offrire quote con commissioni ridotte per gli investitori fedeli.

Se molti consulenti finanziari riducono le proprie commissioni per clienti con milioni di dollari da investire, pochi, o nessuno, offrono commissioni ridotte per clienti che rimangono investiti per molti anni […].

Quando le società di fondi comuni e i consulenti finanziari si accorgeranno che alcuni hedge fund, nonostante la cattiva reputazione per i costi elevati, trattano gli investitori fedeli meglio di quanto facciano loro?

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