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Mifid 2, ecco perché aumentano i costi dei conti correnti

Siamo solo agli inizi e già si vedono i primi effetti collaterali della Mifid2: l'aumento dei costi sui conti correnti.

di Luigi Ripamonti - 15 Gennaio 2018 - 4'

Siamo solo agli inizi e già si vedono i primi effetti collaterali della Mifid 2: aumentano i costi dei conti correnti. La Mifid 2, per chi ancora non lo sapesse, è la nuova direttiva europea che cambia le regole sul mercato dei prodotti e dei servizi finanziari in Europa.

Dal 3 gennaio 2018, gli intermediari (banche, Sgr e Sim) dovranno garantire maggiore trasparenza sui costi dei prodotti finanziari. Tra le grandi novità della Mifid 2, vi è l’obbligo di inviare annualmente una comunicazione al cliente-risparmiatore con tutti i costi sostenuti per i servizi di investimento.

Per l’industria finanziaria si tratta di un vero e proprio terremoto. La Mifid 2 costerà oltre 2,5 miliardi di euro e molte banche rischiano di avere serie ripercussioni in termini di redditività.

Cosa c’entra la Mifid con l’incremento dei costi dei conti correnti?

Te lo spieghiamo subito. Per prima cosa, è opportuno comprendere quali sono gli strumenti finanziari regolati dalla normativa Mifid 2:

1) Valori mobiliari: titoli di capitale (azioni) o titoli di debito (obbligazioni).

2) Strumenti del mercato monetario: strumenti finanziari a breve termine fino a 18 mesi, oppure non oltre i 12 mesi, ad esempio i nostri Bot.

3) Quote di organismi di investimento collettivo (OICR): tipicamente quote di fondi comuni di investimento e Sicav

4) Strumenti finanziari derivati: contratti di opzione, contratti finanziari a termine («future» e «forward») e altri strumenti derivati connessi a valute, tassi di interesse, quote di emissioni, indici finanziari ecc…

Non occorre essere grandi esperti di finanza, per capire chi è il grande assente. Stiamo ovviamente parlando del vecchio e caro conto corrente, lo strumento nel quale si concentrano oltre 1300 miliardi di euro di risparmi degli italiani.

Trattandosi di un costo meno percettibile rispetto ad altri prodotti di investimento, quello del conto corrente risulta essere il più immediato da aggredire da parte delle banche.

Quanto costa un conto corrente oggi?

Dal 2013 ad oggi, si registra un aumento medio di 36 euro all’anno per la gestione di un conto corrente, secondo una simulazione fatta da Sostariffe.it e pubblicata sul quotidiano la Stampa del 15 gennaio 2018.

Negli ultimi quattro anni, il costo medio di un conto corrente per un single è aumentato tra il 23,5 ed il 33%, per le coppie tra il 30 ed il 52,8% e per le famiglie tra il 28 ed il 45%.

Dopo quattro anni di presenza nel mercato anche le banche online iniziano a stringere la cinghia. Le stangate più alte riguardano proprio i conti con operatività online, in aumento del 45% nel giro di soli quattro anni. Nel 2017, la spesa media per un conto corrente online è di 92 euro contro i 65 euro del 2013.

Il costo più alto in valore assoluto (quasi 173 euro l’anno) è sostenuto dalle famiglie che possiedono un conto corrente tradizionale (con operatività allo sportello).

Questa infografica mostra i risultati principali dell’analisi svolta da Sostariffe.it.

Costo annuo conto corrente

Perché aumentano i costi dei conti correnti?

Riguardo al recente aumento dei costi dei conti correnti le banche recitano in coro:

“I rincari sono legati all’incremento dei costi sostenuti dal sistema bancario in seguito ad alcuni interventi legislativi e/o regolamentari nonché per impegni imposti da autorità per sicurezza dei clienti”.

Per intenderci, se la Mifid morde i bilanci delle banche, la risposta più comoda e veloce è quella di aggredire i piccoli risparmi aumentando il costo del conto corrente.

Come si dice in questi casi, “a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si indovina”.

Leggi anche:

“Mifid 2: basterà per salvare i piccoli risparmiatori?”

5 motivi per cui il conto corrente non è sicuro

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