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Millennials: risparmiare non è più così difficile

Investimenti: i millennials hanno dalla loro il tempo, ma spesso le barriere di entrata per investire sono troppo alte rispetto alle risorse disponibili. Ma da oggi le cose cambiano...

di Alessandro Leozappa - 24 Novembre 2016 - 5'

Scarsa partecipazione, poca propensione all’ottica di lungo periodo, non sempre in possesso di risorse da mettere da parte e bisogno di tecnologia. E’ la fotografia che contraddistingue il rapporto tra la generazione dei Millennials ed il mondo della finanza e degli investimenti.

L’idea di iniziare ad accumulare risparmi, oltre ad essere difficoltosa per una serie di motivi, viene spesso rimandata per via di un atteggiamento di scarsa urgenza tipica di chi pensa di avere ancora tutta la vita davanti per raggiungere i propri obiettivi di risparmio.

Chi sono i Millennials e perché non investono?

Stiamo parlando della generazione nata tra il 1980 e l’11 settembre 2001 e che adesso si trova tra i 15-36 anni. Hanno vissuto in prima persona i cambiamenti tecnologici, la crisi economica, e i gli scossoni geopolitici degli ultimi decenni. In Italia sono circa 11,2 milioni, assidui utilizzatori di Internet (quasi l’80%) e dei social network (il 97% ha almeno un profilo). Lasciano la famiglia intorno all’età dei 30 anni, più tardi rispetto alla maggior parte dei Paesi europei, dove la media è di 26 anni. Oggi, si trovano lontani dalle prospettive del lavoro fisso, sono poco avvezzi a progettare sul lungo termine ma, preferiscono le formule della sharing-economy (economia della condivisione) dove tutto è semplice da usare, condivisibile, istantaneo ed economico.

Eppure, fanno proprio fatica ad avvicinarsi al mondo degli investimenti. Come dimostra un recente sondaggio svolto da Bankrate sui Millennials americani, la loro partecipazione nel mondo della finanza non è ancora decollata. Il 65% non investe i propri risparmi, una percentuale che sale all’80% se consideriamo la fascia d’età dai 18 ai 25 anni. Il 57% (tra i 26 ed i 35 anni) ed il 35% (tra i 18 ed i 26 anni) indicano le precarie condizioni economiche come principale scoglio che frena i risparmi. Stando alle ultime statistiche Istat, in Italia nel 2015 è aumentata dall’8,3% al 10,2% su base annua l’incidenza della povertà assoluta tra i giovani (18-34 anni). Inoltre, è in diminuzione anche la quota di giovani economicamente indipendenti, a conferma di una situazione finanziaria ben diversa da quella delle precedenti generazioni. I Millennials sono rimasti “scottati” dagli effetti della recente crisi economica, un ricordo ancora vivo nelle loro menti e che continua a manifestarsi in un atteggiamento di prudenza e di avversione al rischio. Non è un caso se l’investimento in fondi obbligazionari viene scelto dal 38,7%, mentre poco più in basso quello in fondi flessibili al 33%. Mentre solo l’8% preferisce fondi azionari. A tale proposito bisognerebbe creare maggior consapevolezza tra i Millennials (e non solo), come la corretta diversificazione (caratteristica tipica dei fondi comuni di investimento) e l’individuazione del livello di rischio che più si adatta al profilo dell’investitore.

Al contrario di quanto offerto dai tradizionali servizi bancari, i Millennials ricercano: semplicità, velocità e economicità del servizio. A tale proposito non solo all’estero si sono fatti passi verso questa direzione, ma anche in Italia con Gimme5. App gratuita, made in Italy, che permette di investire in fondi comuni a partire da 5 euro. Quindi semplice, veloce (basta un click dal proprio smarthphone e l’investimento è fatto), ma soprattutto gratuita. Non è un caso se il 75% dei clienti di Gimme5 ha meno di 45 anni e detiene un patrimonio pari al 64% del totale.

Ma avendo a disposizione sufficienti risorse, cosa farebbero i giovani di oggi?

Secondo un’indagine dell’istituto di ricerca Demia, avendo più risorse a disposizione il 48% del campione tra i 16-17 anni acquisterebbe beni di consumo, il 64% del campione tra i 18 e i 24 anni ne farebbe uso per mettere sù casa, mentre il 59% tra i 25 e 34 anni risparmierebbe per proteggersi dagli imprevisti e per avere una previdenza integrativa.

L’84% degli intervistati, infine, si è mostrato favorevole all’introduzione di programmi d’istruzione sui temi del risparmio e degli investimenti, promossi dallo Stato o dalla Scuola. Si richiede maggiore informazione sugli argomenti pratici e di immediata utilità: prodotti di risparmio (68%), mutui e prestiti (67%) e conti correnti bancari (66%). Il 70% ritiene il parere della famiglia ancora determinante nelle scelte: il 38% si rivolgerebbe al padre, il 29% alla madre e il 27% al proprio partner.

Un’occasione da non perdere.

Però attenzione! Rimanere adagiati sugli allori, rimandando a domani quel che si potrebbe fare oggi non è di certo la strategia giusta per raggiungere i propri obiettivi di risparmio futuri. I Millennials hanno dalla loro parte una risorsa potentissima e molto spesso sottovalutata: il valore del tempo. Prima si inizia più ampio sarà l’orizzonte temporale d’investimento, con risvolti positivi in termini di somme accumulate.

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