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Tassi bassi non vuol dire cedole basse?

Anche nel mondo della finanza viene utilizzato (e molto) il marketing.

di Redazione - 5 Ottobre 2016 - 2'

Anche nel mondo della finanza viene utilizzato (e molto) il marketing.

Lo scopo è spesso quello di cavalcare le paure e le trappole della nostra mente per venderci prodotti che, in realtà, hanno tutte le caratteristiche per andare a vantaggio di chi li vende e non del risparmiatore.

La pubblicità che abbiamo trovato sul Corriere Economia e che potete vedere nell’immagine in alto, ne è un esempio tipico.

In questo caso la fantastica proposizione di marketing cavalca l’onda dei tassi bassi e dell’incertezza economica che aleggia in questo periodo per venderci un prodotto che a leggere sembra avere del miracoloso: un fondo che ci fa guadagnare molto e rischiare poco o nulla!

Fantastico! Eccezionale! Unico!

Un po’ come l’albero degli zecchini nel campo dei miracoli, insomma. E un po’ come i fondi a cedola di cui potete sapere di più cliccando qui.

Non ci sono parole migliori di quelle scritte dai due premi Nobel per l’economia Schiller e Akerlof nel loro ultimo libro, Ci prendono per fessi, per ribadire che:

“Quando chi si occupa di affari si muove esclusivamente all’insegna dell’egoismo e del tornaconto personale, come assume la teoria economica, il nostro sistema, fondato sul libero mercato, scivola verso l’inganno e la manipolazione. A creare il problema non è l’esistenza di molte persone malvage.

La maggior parte della gente gioca seguendo le regole, con l’obiettivo di garantirsi un buon tenore di vita. Il fatto è che gli operatori economici, spinti dalle pressioni della concorrenza a manovrare nel libero mercato ricorrendo all’inganno e alla manipolazione, ci inducono inevitabilmente a comprare, e a caro prezzo, prodotti di cui non abbiamo bisogno, a svolgere lavori poco motivanti e a chiederci perché le nostre vite sono andate per il verso storto.

Abbiamo scritto questo libro da estimatori del libero mercato. Con la speranza, però, di aiutare le persone a interpretarlo meglio.”

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