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Pensioni: come pensare al proprio futuro?

Le tanto agognate pensioni degli italiani sono al centro del dibattito politico ed economico di queste giornate. Ma qual è l’atteggiamento degli italiani nei confronti della previdenza?Come cambiano le pensioni e quali sono le prospettive per il futuro?

di Sofia Pescia - 10 Agosto 2016 - 5'

Le tanto agognate pensioni degli italiani sono al centro del dibattito politico ed economico di queste giornate. A seguito dei pacchetti di proposte presentati dal governo, volti a favorire i requisiti per andare in pensione e adeguarne i trattamenti, oggi il sistema pensionistico italiano è un cantiere a cielo aperto.

Perché sul tema pensioni in Italia si gioca una partita così decisiva?

In primo luogo, gli italiani vivono più a lungo rispetto alla maggior parte degli europei. L’Italia è sesta al mondo per aspettativa di vita dei suoi cittadini (83 anni per gli uomini e 85 per le donne) e agli ultimi posti per tassi di natalità. A causa del continuo processo d’invecchiamento della popolazione e del crollo dei tassi di natalità, oggi il 14% della popolazione italiana ha almeno 65 anni, una delle età più alte al mondo. Si stima che entro il 2040, il 10% della popolazione avrà almeno 80 anni e la percentuale di pensionati rispetto ai lavoratori passerà dal 37% di oggi al 65% (da 1 su 3 a 2 su 3).Tutto ciò rischia di avere inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro, sulla spesa pubblica, sui servizi sociali e quindi sull’andamento economico e sullo sviluppo sociale, sanitario e culturale del nostro Paese. Numeri alla mano, non occorre essere dei luminari economisti per capire che un sistema a ripartizione come il nostro, caratterizzato da contributi che i lavoratori trasferiscono a chi è già in pensione, rischia seriamente di implodere se non sorretto da opportune correzioni. Per questo motivo, dal 1992 in Italia si sono succedute cinque riforme previdenziali (e un’altra è già in cantiere) che hanno avuto come obiettivo quello di alleggerire il rapporto spesa pensionistica/Pil attraverso la correzione dei futuri assegni previdenziali e l’incremento dell’età pensionabile. Contemporaneamente, si è cercato di aprire la strada a forme di previdenza complementare che possono costituire un reddito integrativo in età pensionabile per i lavoratori italiani.

Ma qual è l’atteggiamento degli italiani nei confronti della previdenza? 

Secondo l’indagine sul risparmio Einaudi-Intesa Sanpaolo, a causa della lunga e pesante crisi economica, la famiglia è di nuovo tornata ad essere un nido di rifugio dei bisogni assistenziali, finanziari e materiali degli italiani. È come se nel momento di maggior difficoltà, gli italiani si fossero stretti in ciò che di più caro avevano: le loro relazioni familiari.In Italia, oggi i lavoratori risparmiano più per i loro figli che per le loro pensioni.Questo perché, in primo luogo, quando si parla di pensioni, l’incertezza e la rassegnazione regnano sovrane. Dal rapporto emerge infatti un altro dato allarmante: quasi metà del campione (considerando tutte le fasce d’età) non ha pensato di fare i conti con l’età pensionistica e l’ammontare delle pensioni. Al campione con meno di 60 anni sono state invece chieste quali fossero le aspettative di reddito una volta entrati in pensione. Il risultato è che percentuale di chi prevede un reddito del tutto insufficiente è raddoppiata dal 2007 al 2016.In secondo luogo, i figli restano a casa ben oltre l’età adulta, complici fattori culturali ma soprattutto la difficoltà di trovare un’occupazione stabile che possa garantire indipendenza finanziaria. E così, molto spesso i lavoratori italiani si trovano con le spalle al muro quando si tratta di protrarre il sostentamento economico dei figli. D’altro canto è pur vero che in Italia più che altrove, i figli si assumono maggiori responsabilità verso i loro genitori anziani. Uno studio Istat sulle reti familiari del ha evidenziato che solo l’1% degli italiani ha affidato i genitori a case di riposo e che oltre la metà dei pensionati vive a meno di un chilometro dalla casa dei figli, mentre ben il 12% degli over 74 vive con loro.

Come cambiano le pensioni e quali possono essere le prospettive per il futuro? 

Il nuovo pacchetto sulle pensioni presentato dal governo interverrà principalmente sulla flessibilità in uscita, pensioni minime, lavoratori precoci, usuranti e carriere discontinue, giovani e previdenza integrativa. L’Ape (anticipo pensionistico), dovrebbe prevedere un’uscita anticipata di tre anni e sette mesi rispetto agli attuali requisiti per la pensione di vecchiaia determinati dalla legge Fornero. L’anticipo sarà erogato grazie a un prestito bancario che sarà restituito in rate mensili in 20 anni attraverso una riduzione dell’assegno pensionistico (per saperne di più clicca qui). L’ultimo nodo da sciogliere rimane sul budget a disposizione per Ape, diverse sono state le proposte, ma ancora non si è arrivata ad una conclusione.

Alla luce dei dati forniti, sulle pensioni si gioca una partita decisiva per le sorti dei futuri pensionati d’Italia. Una maggiore presa di coscienza da parte dell’opinione comune sarebbe auspicabile visto il peso specifico che il sistema pensionistico ha sul welfare italiano. Da un lato gli italiani sono ancora troppo incerti quando si parla di pensioni e hanno preferito risparmiare per i figli piuttosto che per piani di previdenza integrativa. Dall’altro, come un cane che si morde la coda, l’aiuto economico ai figli rischia di rimandare la formazione di nuove famiglie, mettere a repentaglio così le stesse pensioni. Pertanto, con sempre meno prole su cui fare affidamento e minor forza lavoro, le pensioni per i futuri anziani d’Italia avranno da fronteggiare numerosi ostacoli.

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