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Banche a rischio: è un problema europeo

A chi dovesse credere che la crisi del sistema bancario riguardi solo l'Italia risponde un recente studio che parla di "crisi bancaria sistemica" con riferimento anche al Portogallo, Irlanda e Germania.

di Lorenzo Saggiorato - 14 Luglio 2016 - 3'

A chi dovesse credere che la crisi del sistema bancario riguardi solo l’Italia risponde un recente studio pubblicato da Barclays, in cui si parla di “crisi bancaria sistemica” con riferimento anche al Portogallo e all’Irlanda e del fatto che tutte le banche europee soffrono di due mali: la bassa redditività ed i costi ancora troppo elevati.

A queste due criticità poi si aggiungono quelle specificamente nazionali. In Italia, in Portogallo e in Irlanda sono i crediti deteriorati a preoccupare maggiormente, in Germania ed in alcuni paesi nordici sono i derivati delle grandi banche, in Gran Bretagna è la crisi immobiliare. Per fare solo alcuni esempi, è di qualche giorno fa la notizia che Standard Life Investments, un colosso dell’asset management britannico, ha sospeso l’attività di raccolta per un fondo immobiliare da 2,9 miliardi di sterline a causa delle crescenti richieste di ritiro delle adesioni da parte degli investitori dopo il voto favorevole all’uscita dalla UE. Non solo: qualche giorno dopo Standard Life ha sospeso le contrattazioni dei fondi di real estate, e così pure hanno fatto altri due colossi dell’immobiliare: Aviva ed M&G.

Standard Life ha motivato l’adozione di questa misura con «eccezionali circostanze di mercato, in seguito a un aumento delle richieste di riscatto come risultato dell’incertezza del settore commerciale del real estate britannico dopo il referendum. La sospensione si è resa necessaria per proteggere gli interessi di tutti gli investitori del fondo». La stessa Banca di Inghilterra nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria ha menzionato il settore immobiliare come uno di fattori di rischio.

Tornando alla situazione bancaria dei paesi considerati più a rischio – Italia, Portogallo e Irlanda – dobbiamo dire che effettivamente i crediti deteriorati sono davvero tanti, e per l’esattezza rispettivamente il 16,7%, il 16,3% ed il 21,7% del totale dei finanziamenti erogati. L’Irlanda tra l’altro ha creato anni fa con aiuti pubblici una bad bank per gestire il problema ma gli esiti sono stati disastrosi, a differenza di quanto è avvenuto in Spagna.

Veniamo ora alle banche tedesche, a cominciare dalla Deutsche Bank, che ha in bilancio derivati pari a 14 volte il Pil tedesco. Secondo il Fondo Monetario Internazionale è la banca tedesca «il più rilevante contribuente netto ai rischi sistemici tra le banche di rilevanza globale, seguita da Hsbc e Credit Suisse». Eppure i tedeschi impartiscono lezioni di buona gestione delle finanze al mondo. Forse un pò di autocritica non guasterebbe.

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