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Gli investimenti low-cost che piacciono ai milionari

Milionario si interroga sul futuro degli investimenti low-cost

Molti pensano che gli investimenti low-cost siano destinati esclusivamente ad un target giovane e poco facoltoso. Eppure, anche molti milionari iniziano a prendere questa strada...

di Luigi Ripamonti - 31 Luglio 2015 - 6'

Un servizio di investimenti totalmente online, nessuna consulenza diretta, soglie di ingresso tipicamente contenute e low-cost.

Formule di questo tipo si stanno sviluppando in tutto il mondo, soprattutto in quello anglosassone. Mediamente sono pensate per rivolgersi agli investitori più giovani e con capitali limitati, che sono stati tipicamente trascurati dai venditori di servizi di investimento tradizionali. Diversi segnali suggeriscono però che queste forme di investimento low-cost stanno attirando anche l’interesse di chi ha redditi alti e molto alti.

Benché siano ancora una realtà marginale rispetto alle grandi banche e ai principali nomi del risparmio gestito, le società che propongono soluzioni di investimento totalmente online e a costi contenuti stanno diventando sempre più un protagonista del settore e dei suoi sviluppi futuri. Guardando al mondo anglosassone, pioniere anche in questo processo, le principali realtà che offrono questi servizi sono i cosiddetti robo-advisor e chi offre direttamente i propri fondi attivi senza un servizio di consulenza. I primi propongono l’acquisto di un portafoglio di fondi (tipicamente passivi), con una composizione diversa a seconda delle caratteristiche e delle preferenze del cliente. Tale portafoglio viene poi modificato e ri-bilanciato automaticamente nel tempo. Il cliente paga una commissione annua per il servizio a cui si aggiunge il costo di gestione dei titoli detenuti, con un costo totale che è comunque spesso inferiore all’1% annuo. L’acquisto di un fondo comune a gestione attiva senza un servizio di consulenza fa sì che il cliente investa in un portafoglio di titoli (azioni o obbligazioni) gestito quotidianamente da professionisti, ad un costo nell’intorno dell’1% annuo o inferiore.

Dato il carattere innovativo ed economico di questi servizi di investimento, il target naturale sembrerebbe essere quello dei più giovani e di chi non possiede patrimoni importanti. Questi risparmiatori, all’estero come in Italia, sono stati meno oggetto delle attenzioni di promotori, consulenti finanziari e banche perché evidentemente meno remunerativi rispetto ai grandi investitori. Proprio da una recente intervista, rilasciata alla rivista di settore PWM da un dirigente della società britannica Nutmeg, un robot-advisor, emerge che anche diversi milionari, in inglese High Net Worth Individuals (individui con un alto patrimonio), mostrano interesse per l’investimento online a basso costo. L’intervista riporta infatti che, benché Nutmeg non si rivolga espressamente ai milionari, diversi grandi investitori scelgono di affidare una parte del proprio patrimonio finanziario alla società. “Vediamo spesso che investono 100.000 sterline per provare il servizio, vedere come funziona e, se piace, arriva una sottoscrizione da 1 milione di sterline” racconta l’intervista.

Viene dunque da chiedersi perché individui abituati a investire milioni di sterline (o di euro), corteggiati da banche e consulenti, scelgano di rinunciare al rapporto personale con il proprio consulente o private banker per affidare parte del proprio patrimonio a società create in anni recenti, fruendo di un servizio online il cui principale cavallo di battaglia è il contenimento dei costi (che tipicamente non ci si aspetta sia in cima alle priorità della categoria). Malgrado ciò sia in apparenza contro intuivo, non è così difficile individuare diverse ragioni per cui l’investimento low-cost sia attraente anche per questi investitori sofisticati e consapevoli.

Low-cost

Per quanto sia tautologico, il vantaggio principale di un investimento low-cost è il basso costo stesso. Ipotizziamo che il rendimento lordo annuo di un investimento sia del 4% e investo 1 milione di euro. Posso investire tramite un servizio che mi costa l’1% annuo (limite alto dei servizi di robot-advisor o fondi attivi senza consulenza) oppure uno che mi costa il 2% (come un fondo comune acquistato da un private banker). Dopo 10 anni l’investimento avrà portato ad un guadagno del 22%, pari a 220.000 euro se ho scelto la formula più costosa. Viceversa, tramite il servizio low-cost, il rendimento dopo 10 anni sarà pari al 34%, pari a 340.000 euro, ben 120.000 euro di differenza tra le due ipotesi.

La semplicità del prodotto finanziario low-cost

Anche i clienti più sofisticati (e soprattutto quelli) si rendono conto che la complessità del prodotto non porta necessariamente maggiori benefici al risparmiatore. La risposta a molti dei bisogni di un risparmiatore, che questi abbia un patrimonio di 10.000 euro o di 10 milioni, è fornita in larga misura da un portafoglio diversificato di azioni, obbligazioni globali e liquidità, in misura diversa a seconda delle caratteristiche del singolo.

La comodità di un servizio low-cost

Poter accedere al servizio online dà la possibilità di controllare in ogni momento e dove si vuole l’andamento dei propri investimenti e di disporre sottoscrizioni e rimborsi con estrema semplicità, anzi che aspettare l’appuntamento con il consulente. Anche la cura dei propri risparmi diventa quindi mobile, come molte delle attività che compiamo ogni giorno.

Guardando alla realtà italiana, qualsiasi canale di accesso al mondo del risparmio e degli investimenti diverso dal tradizionale canale bancario è allo stato embrionale. La comparsa però in anni recenti di servizi di investimento efficienti, a basso costo e accessibili online, potrebbe cambiare rapidamente anche le abitudini di investimento degli italiani, dal piccolo risparmiatore al milionario.

Tra i pionieri sulla scena italiana si colloca l’offerta di AcomeA che offre i propri fondi direttamente online, a costi dimezzati. Vedi qui per maggiori informazioni sulla Classe A2.

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