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Il rubinetto del credito è sempre più chiuso

In continuo peggioramento il mercato del credito. Per le imprese come per le famiglie è sempre più difficile ottenere un prestito. E le banche cosa fanno?

di Alessandro Leozappa - 23 Agosto 2013 - 4'

In continuo peggioramento il mercato del credito. Per le imprese come per le famiglie è sempre più difficile ottenere un prestito. E le banche cosa fanno?

Da una nota pubblicata recentemente da Banca d’Italia emerge che nel mese di giugno i prestiti delle banche alle imprese si sono ridotti del 3% rispetto all’anno precedente, in peggioramento rispetto al dato di maggio. I prestiti alle famiglie scendono dell’1% e del 4,1% quelli a società non finanziarie.

Questa dinamica è guidata da un lato dal fatto che le imprese riducono il livello di investimenti a causa dell’incerto scenario macroeconomico e quindi riducono la domanda di credito, e dall’altro dal fatto che il sistema bancario ha inasprito i criteri di concessione di credito.

La nota di Banca d’Italia rivela un altro dato interessante. A giugno la crescita dei crediti in sofferenza del sistema bancario, ovvero i crediti che difficilmente saranno ripagati, è cresciuta rispetto allo scorso anno del 22%. Questo dato mette in luce una grande fragilità delle banche in questo momento, che si vedono anche costrette a migliorare la solidità patrimoniale: la normativa comunemente nota come Basilea 3 prevede infatti che le banche aumentino la quantità di capitale proprio rispetto al totale degli impieghi. Questo provvedimento ha lo scopo di rendere il sistema bancario meno esposto agli andamenti del mercato, per evitare dunque il ricorso a interventi pubblici di salvataggio. Nel breve termine però le banche non hanno incentivo concedere credito, anzi: dato il quadro economico non favorevole preferiscono non correre rischi trattenendo il capitale o investendolo in attività molto poco rischiose (es. Titoli di Stato).

Questo stallo del sistema bancario ha enormi implicazioni l’economia italiana. Le imprese italiane dipendono quasi esclusivamente dalle banche per i propri bisogni di finanziamento, più della media europea e molto più degli Stati Uniti. Sono infatti pochissime le imprese domestiche che hanno accesso diretto al mercato dei capitali tramite l’emissione di obbligazioni, in quanto il sistema industriale italiano è caratterizzato da imprese piccole e spesso a gestione familiare. Insomma, se le banche non prestano le imprese italiane non si possono finanziare.

Con il Decreto Sviluppo 2012 il Governo ha introdotto alcune agevolazioni per l’accesso ai mercati per le PMI, in particolare le cambiali finanziarie e le obbligazioni per PMI anche non quotate in borsa (i codiddetti “mini-bond”). Questi strumenti sono volti ad abbattere alcuni ostacoli che tipicamente impediscono l’accesso al mercato e vedremo nei prossimi mesi come andranno. Ma questo assolve le banche?

Un maggior ricorso del sistema industriale al mercato dei capitali è sicuramente da incoraggiare, ma questo non rimpiazza quello che è il ruolo primo del sistema bancario, ovvero le attività di raccolta e impieghi. Negli ultimi anni gli scandali legati al sistema bancario hanno dominato le cronache ma, a maggiore ragione se ci stiamo avvicinando (come pare) ad una ripresa, è fondamentale che il sistema bancario torni a svolgere il proprio compito di custodire i risparmi dei correntisti e investirli nel sistema industriale, riavvicinandosi al mondo delle imprese e valutando rischi e prospettive degli investimenti, senza inseguire la logica del profitto a breve termine.

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