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Innovare e semplificare: perché in finanza sembra così difficile?

Complicare beni, servizi, prodotti e renderli solo apparentemente più semplici grazie ad ottime “confezioni” di marketing significa innovare? Ovviamente no ma questa, purtroppo, è la norma nel mondo del risparmio e degli investimenti. La novità è che qualcosa si sta muovendo e che abbiamo la possibilità di scegliere.

di Luigi Ripamonti - 25 Giugno 2013 - 4'

Il film dei fratelli Cohen titolava “Non è un paese per vecchi”: parlando di Italia, il nostro non solo non è per vecchi, ma neanche per giovani se si tratta di risparmiatori.

E’ invece un Paese dove la competizione è bassa, e i conflitti d’interesse la fanno da padroni, cose che favoriscono una realtà gattopardesca: anche quando tutto cambia, niente cambia in sostanza. O almeno molto poco.

In effetti tutto sembra muoversi in superficie: prodotti e strumenti finanziari nuovi, che sembrano soddisfare le reali necessità di chi vuole costruire il proprio risparmio o investire il proprio patrimonio.

Un po’ più in profondità, abbiamo già visto come molto frequentemente (fondi estero vestiti, fondi a formula, fondi a cedola …) dietro le ottime brochure informative ci sono regolamenti complicati, che spiegano fumosamente le caratteristiche dei prodotti.

Prodotti che vorrebbero essere portatori di innovazione, ma che di nuovo introducono solo complessità e, soprattutto, costi e commissioni a carico dei clienti.

Esiste la possibilità di fare diversamente? Sì, serve solo avere la volontà e l’indipendenza per farlo.

Questo è vero sia per noi privati cittadini, sia per le aziende che si occupano di gestione del risparmio.

Sta a noi informarci ed essere attivi così come lo siamo in altri ambiti, ad esempio raffrontare e scegliere polizze auto o un mutuo online, decidere se pagare o no per farsi montare i mobili comprati all’Ikea.

Sta alle aziende che si occupano di gestione del risparmio essere trasparenti ed offrirci una reale possibilità di scelta (la stessa che abbiamo già in altri ambiti come quelli citati sopra) un’innovazione che sia anche nel nostro interesse, e non solo nel loro.

Oggi in Italia è possibile “innovare” con una semplicità disarmante, e addirittura dimezzare i costi di ciò che si offre. Un esempio?

La Direttiva Europea ha introdotto nel 2004 una normativa, che offre la possibilità ai risparmiatori di scegliere se comprare i fondi comuni in modalità self service “execution only” con commissioni ridotte, oppure a commissioni piene, pagando anche per il servizio offerto dai collocatori. Questa normativa è stata recepita solo nel 2007 con la Mifid in Italia, e ad oggi ha prodotto ben pochi risultati … Basterebbe fare passare questa opportunità ai risparmiatori, dando loro la possibilità di scegliere. Semplice, efficace.

Ci vuole poco, eppure … ad oggi sul mercato italiano solo AcomeA offre questa libertà di scelta.

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