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Investire in azioni: perché farlo e a cosa stare attenti

Il mercato azionario italiano ha guadagnato negli ultimi due anni quasi il 70%, ma a beneficiare di questi guadagni è stata una quota via via più sottile di investitori, quelli che detengono azioni, solo il 9,2%. La fuga dal rischio ad ogni costo impedisce ai risparmiatori di partecipare ai rialzi dei mercati e arricchisce il settore finanziario che ha finto di rispondere a questa esigenza.

di Anna Schwarz - 8 Luglio 2014 - 4'

Il mercato azionario italiano ha guadagnato negli ultimi due anni quasi il 70%, ma a beneficiare di questi guadagni è stata una quota via via più sottile di investitori, quelli che detengono azioni, solo il 9,2%. La fuga dal rischio ad ogni costo impedisce ai risparmiatori di partecipare ai rialzi dei mercati e arricchisce il settore finanziario che ha finto di rispondere a questa esigenza.

I titoli azionari, e i mercati finanziari in generale, sono volatili. Il che significa che il loro valore oscilla costantemente nel tempo, dando origine a perdite e guadagni. Nel lungo periodo però si tende a osservare un andamento crescente e gli investimenti in azioni continuano ad essere indicati per chi ha un orizzonte di investimento medio/lungo e una certa propensione al rischio. Ecco alcuni punti critici che si presentano quando si valuta se investire in azioni e come affrontarli:

Investire in azioni è rischioso? Vero. Non è possibile, soprattutto nel breve periodo, prevedere l’andamento dei mercati e men che meno di un singolo titolo. Questa scomoda verità si traduce nella probabilità di avere sia perdite che guadagni. Come in qualsiasi forma di investimento, il rischio rappresenta una componente imprescindibile dell’investimento azionario, senza la quale non sarebbe possibile aspettarsi un rendimento superiore. Per questo motivo è fondamentale investire in azioni con un orizzonte di investimento medio-lungo, ossia immaginando di non dover disinvestire il capitale a breve, perché l’investimento potrebbe dare i suoi frutti nel tempo.

Investire in azioni è facile? Falso. La scelta dei titoli azionari su cui investire non è scontata. L’andamento dei corsi azionari di ogni impresa seguono dinamiche particolari legate alle caratteristiche della singola impresa, del settore, del mercato e della valuta. La composizione del portafoglio richiede metodo e competenza finanziaria che non si improvvisano inseguendo le notizie sui giornali, ma sono frutto di studio ed esperienza.

Bisogna avere tanti soldi? Vero in parte. L’investimento azionario può essere accessibile a partire da soglie anche molto contenute. Ciononostante, data la natura volatile dei mercati, è importante fare attenzione a diversificare il proprio investimento, non affidandosi dunque a un solo titolo (o comunque a un numero troppo contenuto). Per costruire un portafoglio azionario diversificato è necessario disporre di un certo capitale. Tale operazione diventa però alla portata di tutti gli investitori tramite l’acquisto un fondo che investe a sua volta in un portafoglio di azioni.

Da un lato il crollo del mercato azionario italiano del 2007/2008 e dall’altro la fragilità finanziaria indotta dalla crisi economica prolungata hanno spinto le famiglie italiane lontano dall’investimento azionario. Il bisogno di sicurezza a tutti i costi è stato cavalcato prontamente dall’industria finanziaria che ha sviluppato prodotti che apparissero redditizi e senza rischi, nascondendo o posponendo i costi per il cliente. Prima gli investitori si renderanno conto che il paradigma dell’investimento redditizio e privo di rischio è impossibile, prima smetteranno di buttare via soldi, pagando costi nascosti o rischiando di finire vittime di raggiri. Le azioni sono un investimento efficace e trasparente e con rendimenti attesi superiori ad altri strumenti, da tenere in portafoglio in misura che varia a seconda delle esigenze di ognuno. Inoltre è disponibile sia direttamente, se si ha una buona disponibilità economica e delle competenze finanziarie o un consulente, oppure tramite l’acquisto di un fondo comune di investimento, accessibile a partire da pochi euro senza rinunciare a un portafoglio diversificato e a una gestione professionale. Il rischio dell’investimento non è da evitare in assoluto ma da gestire tramite un buon metodo, proprio o di chi gestisce il fondo.

In Italia la partecipazione ai mercati azionari è estremamente bassa se comparata al resto d’Europa. Compito della politica dovrebbe essere quello di favorire l’investimento azionario di lungo termine, con benefici per i risparmiatori e per il sistema economico, che migliorerebbe il proprio accesso al mercato dei capitali. Esattamente il contrario di quanto fatto con l’aumento dell’aliquota sui redditi da capitale al 26%.

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