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La lezione delle obbligazioni subordinate per il 2016 e seguenti

I mercati finanziari sono senza cuore e, come abbiamo visto recentemente, le obbligazioni subordinate bancarie lo sono ancora di più. Ovviamente non si può restare senza emozioni di fronte ai fatti di cronaca degli ultimi mesi: suicidi per investimenti errati, patrimoni e risparmi di una vita cancellati, risparmiatori che chiedono risarcimenti danni per quasi un miliardo di euro.

di Elisabetta Villa - 7 Gennaio 2016 - 5'

I mercati finanziari sono senza cuore e, come abbiamo visto recentemente, le obbligazioni subordinate bancarie lo sono ancora di più. Ovviamente non si può restare senza emozioni di fronte ai fatti di cronaca degli ultimi mesi: suicidi per investimenti errati, patrimoni e risparmi di una vita cancellati, risparmiatori che chiedono risarcimenti danni per quasi un miliardo di euro. E lo stupore sale leggendo che secondo l’associazione “Vittime del salva-banche” quasi il 90% degli azionisti privati delle quattro banche fallite ha più di 65 anni, e si tratta per la maggior parte di pensionati.

Mi vien da dire una cosa però: l’essere umano è spesso incapace di imparare dai suoi errori e dalla storia. Io per prima. Cosa ci rimarrà come lezione imparata dalle obbligazioni subordinate, tra qualche anno?

Le favole sono metafore che ci aiutano a comprendere temi più o meno complessi che grazie ai simboli e al potere comunicativo della favola ci rimangono impressi. Le favole sono anche un modo per metterci in guardia. La storia di Pinocchio è vecchia di quasi 150 anni.

Ciò nonostante, ancora oggi nella vita reale il Gatto e la Volpe continuano a vincere e a convincere i malcapitati e gli ingenui a seppellire i loro zecchini, allettandoli con la promessa di un raccolto rigoglioso nel Campo dei miracoli.

Nel caso di Pinocchio alcune nozioni di base di botanica, finanza e psicologia sarebbero state in grado di aiutarlo ad evitare di cadere nel trappolone del Gatto e la Volpe.

Lo stesso dicasi per i casi di: obbligazioni subordinate bancarie, Enron, Parmalat, Argentina, e prossimamente su questi schermi dei Fondi a Cedola, obbligazioni High Yield, ecc.

In questi “casi” le poche regole di base sono anche estremamente semplici:

Primo: arricchirsi velocemente sui mercati finanziari è un caso. Il caso caratterizza le scommesse, gli investimenti finanziari sono un’altra cosa. Gli investimenti servono a far crescere gradualmente i propri risparmi nel tempo: chi vi propone qualcosa di diverso è un cialtrone. Ma attenzione, non si tratta solo di arricchimenti facili o rendimenti a doppia cifra. In un mondo in cui i rendimenti delle attività a rischio basso o nullo sono negativi o prossimi allo zero (mi riferisco a quanto rende un titolo di stato tedesco a 6 mesi –0.51% o un Bot italiano a 12 mesi -0.08%) proporre prodotti finanziari “senza rischio” che rendono anche solo il 3% è a dir poco truffaldino. Infatti, anche un rendimento del 3% porta con sè necessariamente un rischio che può essere più o meno grande o sopportabile a seconda delle caratteristiche dell’investitore.

Secondo: si desume dunque dal primo punto che non esiste un rendimento senza rischio. Il meccanismo sui mercati finanziari è estremamente semplice: ci sono i soggetti che hanno disponibilità finanziarie e coloro che hanno bisogno di tali disponibilità per far funzionare un’impresa (o uno Stato, che in ultima analisi funziona come un’impresa o almeno dovrebbe). Quando comprate uno strumento finanziario siete remunerati per la rischiosità dell’impresa che andate a finanziare. Se il rischio è più alto il rendimento deve essere più alto. Inoltre, e fate attenzione a questo ardito passaggio: se il rendimento è più alto è perché il rischio sottostante è più alto.

Terzo: fidarsi è bene, fidarsi di se stessi è meglio. Questo non significa che di fronte a voi dovete pensare di avere sempre farabutti o truffatori, ma imparate a fare le domande giuste, ad interagire e non subire, a fare un piccolo passo per capire qualcosa di più. La finanza è uno strumento utile, alla portata di ognuno di noi. È uno strumento non un miracolo, non un dogma, non la formula magica.

Sono solo tre consigli che fanno parte delle basi che dovrebbero essere scolpite nella mente di ogni persona e che se fossero state utilizzate dai piccoli risparmiatori coinvolti nel salvataggio delle quattro banche probabilmente avrebbero evitato loro di commettere gravi errori. Ho usato il termine persona e non investitore proprio perché tutti dovremmo imparare ad usare la finanza come strumento utile nella vita di ogni giorno e non vederla come un mondo di pochi privilegiati o, peggio, un modo per arricchirsi velocemente.

Per approfondire vi consiglio di scaricare e leggere questo agile manuale che evidenzia dieci semplici mosse per imparare a difendere i nostri risparmi.

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