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L’emergenza più grave per l’Italia si chiama “NEET”

Chi sono i NEET e perché rappresentano un problema molto serio per l'economia italiana di oggi e di domani?

di Piero Cingari - 10 Aprile 2019 - 3'

Il termine NEET, acronimo inglese che sta per “neither in employment nor in education or training”, è un indice che misura la proporzione di giovani tra 15 e 29 anni che non lavora, non studia e non svolge corsi di formazione professionale.

In generale, i giovani sono tra i gruppi più vulnerabili, con bassi tassi di occupazione e con ridotte tutele sul lavoro (ad esempio, a causa di contratti temporanei).

Stando alle ultime rilevazioni della Banca Mondiale, in Italia 20 giovani su 100 non sono iscritti a scuola o all’università né partecipano attivamente al mercato del lavoro. Stiamo parlando di una percentuale che ci colloca penultimi in Europa.

Persino la Grecia, paese che ha vissuto una devastante crisi economica e sociale, mostra una percentuale di NEET più bassa rispetto all’Italia e soltanto la Macedonia ci sorpassa. A livello mondiale siamo messi peggio di Argentina, Ucraina e Cameroon.

Com’è cambiata la quota di NEET in Italia?

Dagli anni pre-crisi a oggi, la quota di NEET nel nostro paese è sensibilmente in aumento, dal 16% del 2007 al 20% del 2017. In sostanza, negli ultimi dieci anni, circa 250.000 nuovi giovani hanno perso il treno dell’istruzione e si trovano emarginati dal mercato del lavoro. In totale, come detto prima, l’esercito di giovani non occupati e privi di istruzione e competenze qualificata ammonta a circa 1milione e 200mila.

 

NEET e i rischi socio-economici

La crescita dei NEET in Italia ha non soltanto implicazioni negative nel presente ma minaccia anche lo sviluppo sociale, economico e politico del futuro.

La questione dei NEET determina un’erosione delle competenze, in un’era in cui il lavoro qualificato ha assunto un’importanza strategica per la crescita economica. I giovani che non sono occupati, né istruiti e o formati professionalmente subiscono infatti un deprezzamento del capitale umano.

Chi oggi mostra scarse prospettive di lavoro e un basso livello di competenze rischia di cadere nelle “trappole del basso costo” in futuro.

Promuovere l’occupazione, l’educazione e la formazione dei giovani è oggi uno degli obiettivi fissati dall’ONU all’interno del programma Global Development Goals. L’intenzione è infatti quella di ridurre entro il 2030 la proporzione di NEET a livello globale. La speranza è che anche in Italia si possa assistere nei prossimi anni ad un miglioramento delle condizioni sociali ed economiche nei giovani.

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