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Robot e intelligenza artificiale potranno mai rimpiazzare il lavoro degli esseri umani? L’impatto della tecnologia sul mercato del lavoro è uno dei grandi dibattiti del secolo. Stando alle opinioni espresse dalle aziende e dai manager esiste una buona probabilità (60%) che questo fenomeno possa accadere.
Ma cosa ci insegna la storia? Esistono casi in cui l’adozione delle macchine ha portato ad aumento dell’occupazione umana?
Apparentemente sì. Prendiamo come esempio gli sportelli automatici delle banche (ATM).
L’introduzione degli ATM avvenne negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’70. Gli allarmisti dell’epoca pensavano che gli sportelli automatici avrebbero determinato un’enorme crescita della disoccupazione per gli operatori agli sportelli fisici.
Il deposito di un assegno o il prelievo di contanti potevano finalmente essere fatti con una carta bancomat e una macchina, senza passare dagli sportelli fisici.
Tuttavia, come dimostra il grafico in basso tratto dal libro “Learning by Doing: The Real Connection between Innovation, Wages, and Wealth”, l’adozione degli ATM negli Stati Uniti non ha portato ad un aumento della disoccupazione degli operatori bancari.
Com’è possibile che la tecnologia e le nuove macchine, più efficienti e meno costose, non siano riuscite a sostituire il lavoro umano?
Anzi, si è addirittura riscontrato un aumento degli occupati negli sportelli fisici delle banche.
Cos’è effettivamente successo?
Intorno agli anni ’90, una filiale bancaria di medie dimensioni in un’area urbana statunitense richiedeva circa 21 lavoratori. Dopo l’adozione degli ATM, il numero di lavoratori all’interno di una singola filiale si è ridotto a 13. Ciò significava che era più economico gestire una filiale bancaria. Così le banche hanno deciso di aumentare la loro presenza nel territorio, aprendo nuove filiali. Di conseguenza, la domanda di sportellisti umani è aumentata e ha più che compensato la perdita di posti di lavoro medi all’interno di una singola filiale.
Pertanto, in questo caso, l’innovazione tecnologica è stata favorevole per la creazione di posti di lavoro.
In effetti, come spiega Bessen nel suo libro, la stessa cosa accadde nel 19 ° secolo con l’industria tessile. Dopo le Rivoluzioni Industriali, quasi tutto il lavoro tessile è stato automatizzato, ma il numero di tessitori ha continuato a crescere per decenni. Più automazione significava abbassare il prezzo del panno di cotone e aumentare la domanda del prodotto finito.
Che ne è invece dei salari degli operatori agli sportelli? Anche qui, vi sono sufficienti prove che i salari degli sportellisti siano effettivamente aumentati dopo l’adozione degli ATM. Questa transizione ha determinato lo sviluppo di nuove competenze degli sportellisti, che hanno curato maggiormente le relazioni con i clienti e perfezionato le loro abilità tecnologiche.
Oggi, il mondo finanziario vive una vera e propria rivoluzione chiamata “Fintech”. L’aumento dell’online del mobile banking consente ai clienti di gestire molte transazioni comodamente con un click dallo smartphone o dal pc. Sono sempre meno le persone che oggi si recano fisicamente in banca per effettuare operazioni. È possibile dunque attendersi che il numero di sportellisti potrebbe subire un nuovo shock, determinato dalla diminuzione delle filiali, ma è anche vero che il Fintech creerà nuove figure occupazionali e aprirà la strada all’acquisizione di una nuova serie di competenze sempre più richieste dall’industria. Alla fine dei giochi, i nuovi posti di lavoro potranno più che compensare la perdita di occupazione, come avvenne con l’adozione degli ATM.
E questa è forse la sfida più grande che la tecnologia ci pone: saremo in grado di sviluppare queste nuove competenze e renderci sempre più appetibili per il mercato del lavoro?
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