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Qual è lo stato di salute dell’economia nei paesi dell’eurozona? Ecco tutti i promossi e i bocciati…

La sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (Macroeconomic Imbalance Procedure — MIP) della Commissione Europea mostra quali sono i rischi più evidenti per le economie dell'eurozona. Scopriamoli insieme...

di Piero Cingari - 4 Marzo 2019 - 7'

Puntuale come ogni anno, la Commissione Europea pubblica il quadro per la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici dei paesi europei. Si tratta di un vero proprio check-up che evidenzia tempestivamente i rischi e il sorgere di squilibri dannosi per l’economia.

Per stabilire quali sono i paesi promossi e i bocciati è necessario guardare ad una serie di indicatori che tengono conto degli squilibri interni ed esterni.

Tra i 14 indicatori scelti dalla Commissioni, ne abbiamo selezionati alcuni tra i più rilevanti:

  • current account e posizione patrimoniale netta sull’estero per gli squilibri esterni. 
  • indebitamento del settore privato e debito pubblico per gli squilibri interni.

Current account

Cos’è il current account? Il current account (o saldo delle partite correnti) registra le transazioni di un paese con il resto del mondo. È dato dalla somma delle esportazioni nette, degli interessi da investimenti detenuti all’estero (cedole o dividendi) e dei trasferimenti netti (aiuti internazionali e le rimesse degli emigrati). Insieme al conto capitale, che misura il saldo degli investimenti cross-border in strumenti finanziari, costituisce la bilancia dei pagamenti di un paese.

Il current account può essere positivo (surplus) o negativo (deficit); in entrambi i casi il saldo del conto capitale registrerà un importo uguale e contrario, per pareggiare la bilancia dei pagamenti.

Perché è importante il current account? Un saldo di conto corrente positivo indica che il paese è creditore netto verso il resto del mondo. Quando però questo valore è troppo elevato, riflette la presenza di un gap eccessivo tra i risparmi e gli investimenti domestici. Tutto ciò implica che l’eccesso di risparmio nazionale sugli investimenti interni è speso in attività estere.

Quando si verifica un pesante indebolimento del current account è sintomo di una perdita di competitività internazionale per l’economia. I paesi con disavanzi molto ampi del current, e valute poco affidabili, possono rischiare di subire attacchi speculativi molto forti sui mercati finanziari.

Secondo la Commissione Europea, un deficit di current account oltre il 4% del Pil e un surplus oltre il 6% del Pil, testimoniano la presenza di squilibri esterni.

Due delle economie principali della zona euro, Germania e Paesi Bassi, hanno registrato elevati e persistenti surplus di current account. Soltanto Cipro mostra invece un deficit di current account particolarmente elevato e pari al 7% del Pil.

Posizione patrimoniale netta sull’estero

La posizione patrimoniale sull’estero di un paese registra il valore netto delle attività e passività finanziarie nei confronti di soggetti non residenti (aziende, privati, banche e banche centrali). Si calcola come il valore dei beni stranieri di proprietà del settore pubblico e privato di una nazione meno il valore dei beni domestici di proprietà di stranieri.

In termini più semplici, le attività verso l’estero sono soldi che i residenti prestano ai non residenti, mentre le passività verso l’estero sono soldi che i residenti prendono a prestito dai non residenti.

È un importante barometro delle condizioni finanziarie e dell’affidabilità creditizia di un paese. Per questo motivo, più negativa è la posizione patrimoniale verso l’estero, più il paese diventa vulnerabile agli shock sui mercati finanziari internazionali.

La Commissione Europea valuta come rischiosa una posizione patrimoniale negativa verso l’estero oltre al 35% del Pil. Nel 2017, i paesi dell’eurozona che mostravano valori oltre la soglia indicata dalla Commissione erano: Irlanda (-149%), Grecia (-142%), Cipro (-121%), Portogallo (-104%), Spagna (-84%), Slovacchia (-66%), Lettonia (-56%), Lituania (-35%).

Indebitamento del settore privato

L’indebitamento del settore privato misura l’ammontare di debito che pesa sulle famiglie residenti e sulle imprese di un paese.

Non tutto il debito privato vien per nuocere… Per produrre e crescere infatti le imprese hanno bisogno di contrarre debiti prendendo a prestito capitali.

Ma come l’ultima crisi finanziaria ci ha dimostrato, la rapida crescita del debito del settore privato (specialmente prestiti e mutui) può essere molto pericolosa per l’economia.

Per la Commissione Europea, quando l’indebitamento del settore privato supera il 133% del Pil è un segnale di rischio.

I paesi dell’eurozona in cui il debito del settore privato indica la presenza di rischi per l’economia, sono Lussemburgo (322%), Cipro (316%), Olanda (252%) e Irlanda (243%).

In Italia, invece, il debito del settore privato ammonta al 110% del Pil, un valore più basso della media dell’eurozona (152%).

Debito Pubblico

Il debito pubblico è lo stock di debito in capo alle amministrazioni pubbliche di uno stato. Solitamente si misura in rapporto sul Pil ed è utile per fornire indicazioni  sull’affidabilità creditizia di un paese.

Le regole di Maastricht impongono ai paesi della zona euro di convergere verso valori del debito pubblico pari al 60% del Pil. Oggi, la media del debito pubblico dell’eurozona è pari all’80%.

Nel 2018, undici paesi dell’eurozona, tra cui anche l’Italia, oltrepassavano questa soglia. I paesi che mostrano invece un debito pubblico inferiore al 60% del Pil sono solo Estonia (8%), Lussemburgo (21%), Lituania (35%), Lettonia (37%), Malta (48%), Slovacchia (48%), Paesi Bassi (53%).

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