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Quante tasse si pagano in Italia rispetto agli altri paesi del mondo?

Concetto di tasse con orologio e risparmi

Tre mappe interattive svelano quante tasse si pagano realmente in Italia a confronto con gli altri paesi del mondo.

di Piero Cingari - 11 Maggio 2017 - 5'

Quando si parla di tasse, gli italiani si mettono le mani nei capelli.

L’Italia è infatti uno dei paesi con le tasse più elevate al mondo. A confermarlo è il rapporto dell’Ocse “Taxing Wages 2016” che fornisce ogni anno i dettagli sul peso del fisco nei paesi più industrializzati.

L’Italia nel 2016, ricopre il 5° posto per livello di cuneo fiscale tra i paesi Ocse. Il cuneo fiscale è un indicatore che misura l’impatto del fisco sul reddito totale di una persona fisica. Esso tiene conto non soltanto delle imposte che gravano direttamente sul reddito ma anche dei contributi previdenziali e sociali e delle tasse versate dai datori di lavoro.

Nel 2016, il cuneo fiscale che grava su un lavoratore medio in Italia è stato pari al 47,8% contro una media del 36% registrata dai paesi Ocse.

In pratica, in Italia, sul totale dei redditi da lavoro la metà va via in tasse. Esistono però dei paesi europei con un livello di cuneo fiscale ancor più elevato del nostro. Il paese con il fisco più soffocante è il Belgio, dove il cuneo fiscale è pari al 54%. Alle sue spalle, seguono Germania (49,4%), Ungheria (49%) e Francia (48,9%).

Tasse: come si classifica l’Italia in un confronto internazionale?

Confrontare i paesi su scala mondiale in base al livello di tassazione fiscale non è semplice per diversi motivi. Le leggi fiscali variano infatti in base alle giurisdizioni nazionali e inoltre le aliquote fiscali non sono ugualmente applicate tra i membri della popolazione.

Tuttavia è possibile comunque effettuare un confronto internazionale utilizzando le aliquote più elevate applicate sulle seguenti categorie: imprese, prodotti e persone fisiche.

Tasse sugli utili d’impresa (Italia 15°)

In Italia, l’aliquota d’imposta sul reddito delle società (IRES) è pari al 31,4%, la 15° più alta a livello mondiale.

Il record spetta agli Emirati Arabi Uniti, dove viene tassato il 55% dei profitti aziendali.

Tuttavia, il dato si riferisce agli utili guadagnati dalle aziende straniere che operano nel settore dell’estrazione di petrolio. Al secondo posto si trovano gli Stati Uniti con il 40% di aliquota fiscale applicata sugli utili delle imprese. In una media su scala internazionale, l’aliquota d’imposta che grava sulle aziende è pari al 23,63%. Tra i paesi dell’area euro, l’aliquota più bassa sulle imprese è in Irlanda (12,5%) che, non a caso, viene scelta come la sede europea di famose società multinazionali.

Ad oggi, esistono 7 paradisi fiscali (Bahamas, Isole Cayman, Bermuda, Isole Bonaire, Isola di Man, Isola di Guernsey e Bahrain) che non applicano alcuna aliquota fiscale sugli utili di impresa.

Tasse sui consumi (Italia 12°)

Per tasse indirette, si intendono le imposte che colpiscono la ricchezza nel momento in cui essa viene consumata (es. IVA) o trasferita (es. l’imposta di registro che grava sui passaggi di proprietà).

In un confronto mondiale sulle tasse indirette che gravano sui consumi, l’Italia si classifica 12°con una aliquota pari al 22%, un valore ben più alto della media (15,61%).

Come mostra la mappa interattiva, far leva sulle tasse indirette è una pratica abbastanza utilizzata dagli stati europei. Sorprende notare che negli Stati Uniti l’ IVA non esiste!

Tasse sui redditi delle persone fisiche (Italia 23°)

In Italia, l’aliquota fiscale sullo scaglione di reddito più elevato è pari al 43%, ricoprendo la 23° posizione su scala mondiale. Il prelievo fiscale record sui supericchi spetta allo stato di Aruba (58,95%), una piccola isola di circa 100.000 abitanti situata nel Mar dei Caraibi. Tra i paesi più noti spiccano invece la Svezia al 2° posto (57,10%), Danimarca al 3° (56,40) e Giappone al 4° (55,95%).

La media mondiale dell’aliquota fiscale sui redditi più elevati è pari al 33,24%.

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