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Conto corrente, ma quanto mi costi …

103,80 euro. È quanto spendiamo in media ogni anno per l’utilizzo del conto corrente bancario, e spesso non ce ne accorgiamo per il semplice fatto che la cifra ci viene scalata direttamente dal c/c. È quanto emerge dall’indagine di Banca d’Italia sul costo dei conti correnti nel 2012.

di Luigi Ripamonti - 10 Settembre 2013 - 6'

103,80 euro. È quanto spendiamo in media ogni anno per l’utilizzo del conto corrente bancario, e spesso non ce ne accorgiamo per il semplice fatto che la cifra ci viene scalata direttamente dal c/c. È quanto emerge dall’indagine di Banca d’Italia sul costo dei conti correnti nel 2012.

Dalla rilevazione emerge una lieve riduzione della spesa per il conto corrente, rispetto ai 108 euro pagati nel 2011, guidata da una diminuzione delle spese fisse (canone base, canoni delle carte, estratti conti, ecc) ma in parte compensata da un aumento delle commissioni sulle operazioni (bonifici, prelievi). A questo proposito è interessante notare come, malgrado il numero delle operazioni sia diminuito durante il 2012, l’impatto dei costi variabili è comunque aumentato del 6% a causa del rincaro sulle commissioni. Lo studio suggerisce che, se il numero di operazioni medio nel 2012 fosse rimasto invariato rispetto all’anno precedente, la componente dei costi fissi sarebbe aumentata del 10%. La tabella seguente riporta lo spaccato dei costi sostenuti in media su c/c:

Voce Spesa media
Spese fisse (A)

59,5

canone base

33,4

canone bancomat

4,1

canone carta di credito

5,6

comunicazioni di trasparenza

1

invio estratto conto

3,4

altre spese fisse

12

Spese variabili (B)

29,4

spese per disposizioni

4,6

spese di scrittura

10,2

Spese totali (A+B)

88,9

spese per utilizzo a debito

14,8

Spese totali (A+B+C)

103,7

Il dato medio nasconde in realtà un’offerta abbastanza eterogenea a seconda delle caratteristiche del conto corrente e del cliente. Un primo dato che emerge è che per risparmiare sul c/c la fedeltà non paga. I conti correnti aperti più di dieci anni fa sono di gran lunga più costosi della media, mentre all’altro estremo troviamo i conti aperti da un anno o da due anni che risultano essere meno onerosi.

Altre differenze che emergono sono che i giovani, fortunatamente, riescono ad accedere a conti correnti a prezzi più favorevoli, seguiti dai pensionati e infine dalle famiglie. Inoltre emerge che le banche più piccole risultano meno competitive di quelle più grandi e propongono c/c a prezzi mediamente più elevati (vuoi perché non beneficiano di economie di scala di cui gode una banca più grande, vuoi perché fanno riferimento ad una clientela più radiata sul territorio e quindi meno disposta a muoversi alla ricerca dell’offerta più vantaggiosa).

Per fortuna sembra che ci siano delle soluzioni alla portata del risparmiatore. Appare evidente innanzitutto che le offerte di conto corrente non tutte uguali e che a parità del servizio offerto le condizioni e i costi possono variare parecchio. Vale quindi la pena prendere in considerazione e confrontare diverse opzioni ed essere pronti a cambiare banca nel caso risultasse vantaggioso.

Andando più nello specifico emerge che i costi, sia fissi sia variabili, sono spesso tagliati sui conti correnti online. È frequente ad esempio che le banche offrano conti online con bonifici a costo zero, prelievi ovunque a costo zero, zero spese per l’estratto conto inviato via email …

Il mondo sta cambiando e, lentamente, anche il settore bancario si deve adeguare. Ad oggi osserviamo che ancora il rapporto tradizionale con la banca, allo sportello, è importante ma si sta riducendo in quanto presenta una serie di costi, per il risparmiatore e per la stessa banca. La diffidenza o il conservatorismo oggi sono per il risparmiatore un elemento penalizzante perché continua pagare di più per avere lo stesso servizio (anzi meno).

Già il capitale lasciato sul conto corrente è remunerato vicino allo zero e si deprezza quindi per effetto dell’inflazione; ma posto che ne abbiamo bisogno, cerchiamo almeno di non buttare via soldi inutilmente. La tecnologia ci aiuta, anche in finanza.

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