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La bella favola dei conti deposito

La tua banca è estremamente generosa e ti offre ghiottissimi tassi di interesse sul conto deposito! Con questa promessa, che ha preso piede nel sistema bancario da un paio d’anni, le banche hanno attirato i risparmi di molti italiani, proponendo un prodotto sicuro come un conto corrente ma altamente remunerativo. Ma è davvero possibile? Ovviamente no.

di Anna Schwarz - 30 Agosto 2013 - 4'

La tua banca è estremamente generosa e ti offre ghiottissimi tassi di interesse sul conto deposito! Con questa promessa, che ha preso piede nel sistema bancario da un paio d’anni, le banche hanno attirato i risparmi di molti italiani, proponendo un prodotto sicuro come un conto corrente ma altamente remunerativo. Ma è davvero possibile? Ovviamente no.

Un recente articolo sul Sole 24 ore riaccende un faro sul tema dei conti deposito e sugli elevati tassi garantiti ai clienti, evidenziando come la corsa al rialzo sui tassi sia causata dalla grande fragilità del sistema bancario, o di parte di questo. Emerge infatti che le banche in situazione critica offrono tassi elevati per attirare clienti, o per mantenere quelli esistenti, ma questo aumenta di molto i costi per gli stessi istituti con pericolose conseguenze per i bilanci della banca e il sistema economico.

L’articolo mostra in dettaglio le offerte più ‘generose’ sul mercato in base al diverso vincolo temporale a cui il deposito è soggetto. I tassi lordi offerti vanno dal 2,5% circa su un vincolo di 3 mesi, al 3,5% su un anno fino al 4% su un deposito vincolato per 5 anni. Da notare che il deposito vincolato remunera il tasso promesso solo sul capitale che viene mantenuto fino a scadenza.

Confrontiamo questi rendimenti con quelli offerti dai titoli di Stato, gli strumenti finanziari a basso rischio per eccellenza.

Se un titolo di Stato italiano ad un anno offre oggi un rendimento pari all’1,15%, come possiamo considerare a rischio zero uno strumento che garantisce il 3,5% sulla stessa scadenza? Non possiamo infatti.

La scelta della banca di remunerare gli investitori a tassi elevati, molto più di quelli pagati sui titoli di Stato, deve suggerire due domande:

  • A quali rischi si dovrà esporre la banca (con i miei risparmi) per garantirmi un tasso così elevato?
  • A quali tassi dovrà prestare la liquidità al sistema industriale e alle famiglie per poter compensare un costo di finanziamento così alto?

La rincorsa al rialzo sui tassi crea una situazione quindi di grande vulnerabilità del sistema economico perché da un lato le banche assumono rischi sempre maggiori per fare fronte agli interessi promessi ai clienti (tanto se andasse male c’è il fondo di tutela dei depositi) e prestano liquidità a tassi ancora più elevati, chiudendo anche i rubinetti del credito e escludendo dal mercato i creditori migliori, che non sono disposti a pagare tassi astronomici sui prestiti.

Cosa impariamo?

Non crediamo alle favole, nessuno ci regala un rendimento del 4%, neanche i “meravigliosi” fondi a cedola.. La pratica di offrire tassi elevati sui conti deposito infatti mette in luce l’estrema difficoltà di parte del sistema bancario, e la scelta se investire o meno in questi prodotti dovrebbe essere accompagnata dalle stesse considerazioni che facciamo nella scelta di ogni investimento. Per percepire un alto rendimento ci stiamo esponendo ad un maggiore rischio. In questo caso poi il rischio dell’investimento è in parte assorbito dal fondo di tutela dei depositi, e quindi spalmato su tutte le banche, anche quelle virtuose, e da ultimo sulla collettività.

Inoltre:

Il conto deposito è uno strumento finanziario a tutti gli effetti e a differenza dei conti correnti è soggetto al pagamento dell’imposta di bollo, con una tassazione fissa di 34,2 euro per depositi sotto i 22,800 euro e in misura dello 0,15% oltre quella soglia. Con un impatto devastante sui piccoli risparmi. Ve la ricordate?

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