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La fiducia è l’ultima a morire

La fiducia dei consumatori italiani registra questo mese un aumento rispetto alla rilevazione di ottobre, con l’indicatore ISTAT che raggiunge quota 98,3 dal precedente valore di 97,3. Se il dato non può che essere accolto con piacere, dalla rilevazione emergono però diversi elementi che inducono a cautela: i timori sul futuro rimangono forti e in peggioramento così come la percezione della realtà complessiva del paese. Rimane, al massimo, un amaro ottimismo.

di Lorenzo Saggiorato - 27 Novembre 2013 - 4'

La fiducia dei consumatori italiani registra questo mese un aumento rispetto alla rilevazione di ottobre, con l’indicatore ISTAT;che raggiunge quota 98,3 dal precedente valore di 97,3. Se il dato non può che essere accolto con piacere, dalla rilevazione emergono però diversi elementi che inducono a cautela: i timori sul futuro rimangono forti e in peggioramento così come la percezione della realtà complessiva del paese. Rimane, al massimo, un amaro ottimismo.

L’indicatore sulla fiducia dei consumatori è calcolato dall’ISTAT su base mensile ed è sintetizzato da un insieme di domande su temi rilevanti per determinare l’ottimismo o il pessimismo dei consumatori. I temi considerati sono il giudizio e le attese sulla situazione economica italiana e della famiglia, le attese sulla disoccupazione e le opportunità attuali e future di risparmio. L’indice è costruito per avere valore 100 nel 2005 e viene corretto per non risentire di un eventuale effetto stagionale.

L’entusiasmo si placa osservando come l’aumento della fiducia è in realtà riferito solo all’ultimo mese, perché l’indicatore risulta invece ancora al di sotto della rilevazione di settembre, e soprattutto allungando leggermente l’intervallo di osservazione non emerge un miglioramento sostanziale.

Mentre si rileva un aumento della fiducia per quanto riguarda la propria situazione personale, dove impattano aspetti quali la situazione economica della famiglia, le opportunità di risparmio e le opportunità all’acquisto di beni durevoli, è ancora;in peggioramento il dato relativo al clima economico del paese;guidato in particolare dal peggioramento delle aspettative di disoccupazione. Un altro elemento che colpisce, ed appare paradossale, è il fatto che migliori il quadro della situazione corrente mentre peggiorano le aspettative sul futuro. Una sorta di;aumento della fiducia temporaneo.

Una voce su cui la rilevazione mostra ottimismo, sia nel presente che in prospettiva, sono le opportunità di risparmio. Il dato non è di facile comprensione, considerando le difficoltà economiche del paese e i diversi disincentivi rappresentati dal fisco attraverso l’imposta di bollo che opprime il piccolo risparmio e dalle banche attraverso prodotti poco trasparenti e costi occulti elevati. Una possibile spiegazione potrebbe essere fornita dal recente andamento positivo dei mercati azionari che invogliano i risparmiatori a parteciparvi, ma è solo un’ipotesi perché i dati non ne permettono una verifica.

L’unica suddivisione per caratteristiche demografiche che lo studio offre è quella per area geografica che suggerisce che l’aumento della fiducia sia guidato dalle regioni del Nord, mentre è in diminuzione al Centro e stabile nel Mezzogiorno. Purtroppo il dato non permette altre disaggregazioni ma analisi per fasce d’età o di reddito fornirebbero probabilmente uno spunto d’analisi interessante.

Il dato, al di là di facili entusiasmi da titoli dei giornali, presenta diversi limiti (ma anche uno spiraglio di ottimismo). Il primo limite è rappresentato dal fatto che la disponibilità dei risultati solo a livello aggregato non permette di rispondere alla domanda “Chi vive un aumento della fiducia? Quali gruppi di cittadini? E quali no?”. Inoltre l’essere derivato dall’unione di indicatori diversi fa sì che l’interpretazione non sia immediata e richieda cautela. Tuttavia questo registrato aumento della fiducia induce un certo, amaro, ottimismo. Malgrado il deterioramento delle condizioni economiche e la totale inazione della politica, un miglioramento del clima di fiducia potrebbe essere un importante stimolo ad un aumento della progettualità sul futuro, di una maggiore attitudine ad investire su se stessi e a pretendere che la classe dirigente faccia lo stesso.

Aspettiamo fiduciosi.

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