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Non-performing loans: una questione da risolvere al più presto

A dicembre 2016 le banche italiane detenevano lo stock di NPL più elevato tra i paesi europei (270 mld di euro), un ammontare pari al 25% del totale degli NPL europei.

di Piero Cingari - 11 Agosto 2017 - 3'

Non-performing loans(NPL) è un termine anglosassone utilizzato per indicare i prestiti concessi dalle banche a clienti privati (famiglie e imprese) per i quali il rimborso, totale o parziale, è incerto.

La presenza dei non-performing loans (crediti deteriorati) in bilancio è considerata una delle principali preoccupazioni per un istituto bancario. Accumulare troppi crediti di cattiva qualità è infatti dannoso non soltanto per la capacità di erogare credito, quindi per la redditività di una banca, ma anche per la sua adeguatezza patrimoniale, che richiede capitale a sufficienza per ponderare i rischi dell’attivo. Come segnalato da più parti, un livello eccessivo di NPL rischia di avere seri effetti negativi sulla crescita dell’economia reale di un paese.

Quanto valgono i non-performing loans in Italia e in Europa?

Secondo un report pubblicato dal Parlamento Europeo, a dicembre 2016 le banche italiane detenevano lo stock di NPL più elevato tra i paesi europei (270 mld di euro), un ammontare pari al 25% del totale dei crediti deteriorati in Europa. Tuttavia, se questo valore viene messo in relazione al totale attivo delle banche, l’Italia si piazza al quarto posto (15,3 %) alle spalle di Portogallo (19,5%), Cipro (44,8%) e Grecia (45,9%). L’NPL Ratio (che misura il rapporto tra prestiti non-performing e totale dell’ attivo) è utilizzato infatti come termometro per indicare l’effettivo stato di salute del sistema bancario di un paese.

Non vi è dubbio che la profonda e prolungata recessione sia stata una delle cause principali che ha portato ad una sproporzionata crescita degli NPL, soprattutto nei paesi dell’Europa Meridionale.

Quanto tempo ci vorrà per smaltirli?

Nel 2017, alcune banche italiane, Unicredit e Mps tra tutte, hanno avviato progetti per smaltire la mole di sofferenze dai bilanci. Ma il processo per ridurli in modo considerevole è soltanto agli inizi. Secondo una recente analisi di Reuters, i crediti deteriorati diminuiranno in modo graduale e a fine anno raggiungeranno il 15% del totale dei prestiti lordi, un valore ancora pari a tre volte quello della media europea.

Anche il Fondo Monetario Internazionale (IMF), alla conclusione della recente missione in Italia, ha espressamente richiesto di affrontare urgentemente la questione degli NPL attraverso l’implementazione di strategie e obiettivi “ambiziosi e credibili”.

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