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Svizzera: se il Franco diventa indigesto

Le manovre straordinarie di supporto alle economie da parte delle banche centrali hanno gonfiato i loro bilanci e aiutato i sistemi bancari nazionali. Ma in cosa consistono queste manovre e quali sono state le Banche Centrali più attive nel corso degli ultimi anni? La Svizzera, da sempre considerata come paradiso finanziario, sta continuando con una politica monetaria espansiva stampando franchi e acquistando titoli in valuta estera mettendo a rischio la sua stabilità.

di Giovanni Buffa - 17 Aprile 2013 - 3'

Le manovre straordinarie di supporto alle economie da parte delle banche centrali hanno gonfiato i loro bilanci e aiutato i sistemi bancari nazionali. Ma in cosa consistono queste manovre e quali sono state le Banche Centrali più attive nel corso degli ultimi anni? La Svizzera, da sempre considerata come paradiso finanziario, sta continuando con una politica monetaria espansiva stampando franchi e acquistando titoli in valuta estera mettendo a rischio la sua stabilità.

Le banche centrali, nella fasi di depressione particolarmente acute e quando gli strumenti tradizionali di politica monetaria diventano inefficaci, attuano una politica che in gergo finanziario viene chiamata “quantitative easing” e chi si può riassumere in due parole molto semplici: stampano moneta. La moneta stampata non è tuttavia quella “cartacea” bensì quella elettronica: le autorità monetarie comprano infatti attività finanziarie dalle banche tradizionali accreditando contestualmente i loro c/c del controvalore delle transazioni. Una banca centrale può, in linea di massima, comprare qualsiasi cosa la aggradi ma generalmente decide di comprare titoli di stato nazionali, in modo da abbassare il costo di indebitamento dello Stato, e in teoria a cascata per le imprese, cercando quindi di stimolare in tal modo la ripresa economica.

Quali sono state le banche più attive al riguardo? Il grafico seguente, che ci mostra l’andamento relativo degli attivi a partire dal 2007, ci aiuta a capirlo:

A discapito di quanto si ci potesse aspettare le banche più dinamiche non sono state quella europea e americana ma quella inglese e quella svizzera. In particolare quest’ultima si differenzia in quanto buona parte delle attività acquistate non sono titoli di Stato nazionali, ma titoli di Stato esteri denominati in euro di alto rating creditizio (presumibilmente tedeschi e francesi) come riportato nel 105° Rapporto di Gestione della Banca Centrale Svizzera. Così facendo ha però di fatto “regalato” una manovra di quantitative easing ai paesi nordici che probabilmente erano quelli che ne avevano meno bisogno. Per dare un’idea delle dimensioni della strategia diamo un’occhiata al seguente grafico che ci mostra gli attivi delle banche centrali in percentuale sul rispettivo Prodotto Interno Lordo:

Come si nota la Svizzera è quella che, attualmente, ha intrapreso la strategia più pericolosa mettendo sul piatto della bilancia ben l’85% del proprio Pil. Alla luce di questo possiamo ancora considerare il franco svizzero un bene rifugio?

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