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Informativa ai sensi dell'articolo 13 del D.lgs. 196/03Milioni di risparmiatori italiani sognano di avere una pensione integrativa. Costruirla si può (e anche a piccoli passi!)
L’Italia è il paese che spende di più per le pensioni, con una quota pari al 16,5% del PIL nel 2015. Ma siamo sicuri che gli assegni pensionistici di domani riusciranno a garantire ai lavoratori di oggi lo stesso trattamento ricevuto dalle generazioni precedenti?
Ape è l’acronimo di “anticipo pensionistico”. Entrerà in vigore con la legge di stabilità del 2017, e prevede che dal 1° gennaio 2017 tutti i lavoratori (privati, pubblici e autonomi) nati tra il 1951 e il 1953, che hanno raggiunto 42 anni di contribuzione, possano anticipare il pensionamento fino a tre anni a fronte di una riduzione dell’assegno pensionistico.
La pensione? E chi la vedrà mai? È questa la risposta che più frequentemente si ottiene toccando il tema, soprattutto parlando con i lavoratori più giovani. Questa brutale constatazione è purtroppo fondata, in quanto la dinamica demografica mette sempre più sotto pressione il sistema pensionistico, ma la conseguenza di questa riflessione è spesso sbagliata perché in molti finiscono per disinteressarsi della propria pensione anziché affrontare la situazione in altro modo.
Le riforme delle pensioni hanno sempre trovato la forte opposizione dei lavoratori, ma spesso di quelli relativamente meno colpiti, ossia coloro più vicini alla pensione. Queste riforme pongono invece grandi sfide a una categoria che si è sentita meno coinvolta, i giovani.