Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
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“Vuoi far crescere il tuo capitale senza rischi? Interessi fino al 7%”. Sembra la tipica offerta che non si può rifiutare, ma recentemente l’AGCM, autorità garante per la concorrenza e il mercato, ha multato Unicredit per pratica commerciale scorretta. Vediamo che cosa è successo e cosa impariamo dalla vicenda.
Il lancio del conto di deposito Conto Risparmio Sicuro di Unicredit è stato accompagnato da una massiccia operazione pubblicitaria in cui si mettevano in evidenza i grandi vantaggi che l’offerta implicava per il risparmiatore in termini di:
Si faceva leva sulla garanzia sul capitale versato e sull’alto rendimento che l’investimento garantiva, temi ovviamente cari al risparmiatore, soprattutto in un momento di grande incertezza, sfiducia nel sistema bancario e preoccupazione per i propri risparmi.
Ma era proprio tutto vero?
L’AGCM ha condannato Unicredit al pagamento di una multa di 250’000 euro con l’accusa di pratica commerciale scorretta, ritenendo che siano state veicolate ai clienti informazioni fuorvianti e incomplete. Come riporta il comunicato AGCM “i messaggi (…) sono idonei ad indurre in errore i consumatori con riguardo all’effettivo rendimento ottenibile complessivamente dal prodotto e alle sue caratteristiche, in quanto omettono di fornire tutte le informazioni essenziali per effettuare un scelta finanziaria consapevole”.
I messaggi pubblicitari proposti in televisione, radio e nelle filiali mettevano in particolare risalto il tasso di interesse massimo del 7%. Il tasso era però percepito solo al quinto anno di vincolo. In realtà l’offerta completa prevedeva una struttura di tassi crescenti, dal 2% del primo anno al 7% del quinto, come riportato in tabella.
Anno |
Rendimento |
I |
2% |
II |
2,5% |
III |
4% |
IV |
5% |
V |
7% |
Tasso interno di rendimento |
4% |
Il risparmiatore riceverà sì l’ambito 7% sul capitale investito, ma solo al quinto anno e trascorsi i 5 anni avrà ottenuto un rendimento effettivo medio annuo (tasso interno di rendimento) del 4%. Ben diverso dal 7% enfatizzato dalla pubblicità. Ovviamente se il capitale veniva svincolato prima del quinto anno il rendimento effettivo percepito era anche inferiore al 4% (ad esempio, svincolando il capitale alla fine del terzo anno il cliente avrebbe percepito un rendimento medio annuo inferiore al 3%). Per valutare la convenienza del prodotto viene naturale comparare il rendimento ottenuto del 4% con quello di un titolo di Stato italiano a 5 anni, che nel periodo del lancio del Conto Risparmio Sicuro (maggio ’12) era di poco inferiore al 5%. Insomma, investire in un BTp avrebbe dato un rendimento superiore.
È chiaro dunque come il prodotto proposto rispondesse molto di più agli interessi di Unicredit che non a quelli dei loro clienti, e che sia stato invece ‘impacchettato’ per sembrare la pietra filosofale del piccolo risparmiatore.
Al di là del singolo caso di Unicredit, la vicenda dovrebbe riaccendere quel campanello di allarme che dovrebbe essere sempre acceso quando ci occupiamo dei nostri risparmi. La prima lezione è dunque quella che i prodotti miracolosi non esistono. Chi ci propone di far crescere il nostro capitale senza rischi non ci sta raccontando tutta la verità, nella migliore delle ipotesi. Nel fare una scelta di investimento è quindi fondamentale:
In caso di dubbi su prodotti di investimento non esitate a contattare Risparmiamocelo!
La nostra esperienza è a vostra disposizione.
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