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Cosa ci dice il passato di un investimento

La prima, immancabile, domanda di un risparmiatore nel valutare un investimento è: «quanto rende?». Ci sono alcuni casi in cui la risposta dà effettivamente informazioni utili sull’investimento. In tanti altri casi il rendimento può fare riferimento solo all’andamento passato, ed è un dato da prendere con le pinze.

di Lorenzo Saggiorato - 5 Febbraio 2016 - 5'

La prima, immancabile, domanda di un risparmiatore nel valutare un investimento è: «quanto rende?». Ci sono alcuni casi in cui la risposta dà effettivamente informazioni utili sull’investimento. In tanti altri casi il rendimento può fare riferimento solo all’andamento passato, ed è un dato da prendere con le pinze. Ecco cosa possiamo imparare dal passato di un certo investimento, e quali conclusioni dobbiamo invece evitare di trarre.

Se parliamo di un conto di deposito, di un titolo di Stato, di un Buono fruttifero postale o di un’obbligazione è possibile sapere anticipatamente quale sarà il rendimento. All’acquisto di un titolo di Stato un risparmiatore sa che, se mantiene il titolo fino alla scadenza, otterrà un certo rendimento. Anche in questo caso il dato non è del tutto preciso, perché, a meno di alcuni titoli particolari, parliamo di rendimenti nominali. L’inflazione potrebbe erodere, in parte o totalmente, il rendimento dell’investimento, lasciando il risparmiatore nelle condizioni di poter acquistare meno beni e servizi alla scadenza dell’investimento (provocando quindi una perdita di potere d’acquisto). Inoltre, sempre nel caso degli impieghi di cui sopra, il rendimento nominale è certo, a patto che l’emittente non incontri qualche difficoltà. Se questa ipotesi è stata spesso sottovalutata, gli accadimenti degli ultimi anni (e anche giorni) suggeriscono che anche uno Stato o una società ritenuta affidabile possano non pagare gli interessi sulle obbligazioni o non rimborsare il capitale.

Quando si parla però di un investimento azionario o di un fondo, la domanda sul suo rendimento e la relativa risposta, sono da trattare con forte spirito critico. Di questi strumenti infatti nessuno (sì, nessuno) può sapere quanto renderanno in un mese, in un anno o su di un orizzonte temporale più lungo. Dal momento che generalmente questa risposta non piace ai risparmiatori, a cui piace avere qualche punto di riferimento, è prassi prendere in considerazione i rendimenti passati di un titolo o di un fondo. L’andamento storico di un titolo o di un fondo hanno però un problema: ci dicono solo qual è stato il rendimento passato. Nulla possono dirci di come andrà un certo titolo, mercato o fondo nel futuro. Questo è purtroppo un fatto. C’è di più, scegliere un titolo, un mercato o un fondo solo perché sono andati molto bene nel recente passato, assumendo più o meno consapevolmente, che questo trend non possa che continuare, si rivela di solito una ricetta sicura per perdere dei soldi. Sarebbe sbagliato però ritenere che guardare ai dati storici di un investimento sia una perdita di tempo, quando non dannoso. L’importante è cercare le informazioni giuste. In particolar modo nel caso di fondi comuni a gestione attiva l’andamento passato aiuta a valutare la strategia di gestione portata avanti e a compiere quindi scelte più solide nel comporre un portafoglio di investimenti.

Come si è comportato il fondo rispetto all’indice di riferimento? Su di un orizzonte temporale rilevante (che sarà maggiore per un fondo azionario e minore per un fondo di liquidità), è interessante confrontare il rendimento del fondo rispetto al mercato riferimento. Se superiore potrebbe indicare la validità delle scelte di gestione compiute al fine di creare valore per il cliente. Un altro parametro che è opportuno considerare è il rischio a cui si è esposto il fondo per creare il rendimento, valutabile in termini di volatilità dei rendimenti o di massima perdita realizzata.

Che risultati ha avuto la strategia di gestione in diverse condizioni di mercato? Che performance ha generato quando i mercati salivano? E quando scendevano? Che impatto ha avuto sul fondo lo scoppio di una crisi o il rimbalzo in seguito a questa? Capire meglio le logiche secondo cui è gestito un fondo è di grande aiuto per inserire correttamente uno strumento nel proprio portafoglio ed evitare di venderlo alla prima correzione sulla spinta dell’emotività.

Che effetti si sarebbero ottenuti dall’investire in diversi fondi? Per quanto un fondo comune sia di per sé uno strumento diversificato, fondi di categorie diverse, azionari, obbligazionari, su aree geografiche o scadenze diverse potrebbero muoversi in maniera differente, contribuendo a ridurre il rischio complessivo del portafoglio.

Per aiutare il risparmiatore a trovare queste informazioni AcomeA propone sul proprio sito un Simulatore di portafogli, dove chiunque può provare gratuitamente a costruire un portafoglio di investimento in fondi AcomeA e valutarne l’efficacia.

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