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Il risparmio liberato?

Grande notizia e grande risultato per Risparmiamocelo. Ieri notte alla Commissione Bilancio alla Camera si è fatto ciò che auspichiamo da anni: un emendamento ha abolito l’importo minimo di 34,2 euro dell’imposta di bollo.

di Alberto Foà - 16 Dicembre 2013 - 3'

Grande notizia e grande risultato per Risparmiamocelo. Ieri notte alla Commissione Bilancio alla Camera si è fatto ciò che auspichiamo da anni: un emendamento ha abolito l’importo minimo di 34,2 euro dell’imposta di bollo.

L’abolizione del minimo ha un impatto estremamente positivo sui risparmiatori perché attenua molto il carattere regressivo, e quindi anticostituzionale, della norma, che gravava maggiormente sul piccolo risparmio.

L’abolizione del minimo fa sì che su tutti gli strumenti finanziari i risparmiatori pagheranno dal 2014 un’aliquota del 2 per mille sull’ammontare investito anche sotto i 17.000 euro, e non più un’imposta regressiva che aumentava al diminuire del capitale investito. Viene quindi meno un forte disincentivo al piccolo risparmio.

Rimane ora da aspettare la definitiva approvazione della Camera, dove la legge di Stabilità arriverà domani, ma non vediamo chi e per quale ragione potrebbe promuovere un passo indietro su un provvedimento che per una volta sostiene il risparmio delle famiglie. Siamo quindi fiduciosi.

Per i conti correnti bancari e postali rimane un’area di esenzione fino a 5.000 euro e, sopra tale soglia, l’imposta di bollo fissa di 34,2.

Permangono quindi delle componenti gravemente distorsive dell’imposta di bollo, dovute a una struttura che favorisce la raccolta bancaria e postale a discapito di altre forme di investimento più evolute e trasparenti; si mantiene inoltre una forte regressività per quanto riguarda i conti correnti bancari e postali, dove l’imposta fissa di 34,2 euro fa sì che l’aliquota diminuisca all’aumentare del deposito sopra i 5.000 euro.

Se si applicasse l’aliquota proporzionale anche ai conti correnti bancari e postali si eliminerebbero le distorsioni esistenti tra questi e gli strumenti finanziari, si eliminerebbe il carattere regressivo che fa sì che il bollo sul conto corrente sopra i 5.000 euro gravi di più sui piccoli correntisti.
Attraverso l’allargamento della base imponibile ai conti correnti, che rappresentano una parte importante delle attività finanziarie, si potrebbe addirittura ipotizzare una riduzione dell’aliquota.

Rallegrandoci per l’importante successo raggiunto, riteniamo che questo possa essere un primo fondamentale passo per avviare un percorso che porterà ad un’imposta più equa e non distorsiva.

Leggi anche:

La mini-patrimoniale diventa più equa su corriere.it

Cancellato il minimo di 34,2 euro su repubblica.it

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