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Leggere un KIID in 3 minuti

“Prima dell'adesione leggere attentamente il KIID”. Già… il KIID. Il KIID è quel documento che sintetizza quelle che dovrebbero essere le informazioni più rilevanti per un investitore riguardo ad un fondo di investimento. Grazie alla chiarezza tipica di regolatori e istituzioni finanziarie, la lettura del KIID risulta ostica a molti, volenterosi, che la approcciano.

di Lorenzo Saggiorato - 18 Settembre 2015 - 5'

“Prima dell’adesione leggere attentamente il KIID”. Già… il KIID. Il KIID è quel documento che sintetizza quelle che dovrebbero essere le informazioni più rilevanti per un investitore riguardo ad un fondo di investimento. Grazie alla chiarezza tipica di regolatori e istituzioni finanziarie, la lettura del KIID risulta ostica a molti, volenterosi, che la approcciano. Il KIID ha però due vantaggi: è breve e deve contenere per forza alcune informazioni. Sapendo quindi cosa andare a cercare e come interpretare i dati, l’oscuro KIID può diventare uno strumento illuminante per scegliere i propri investimenti.

Chiunque abbia sottoscritto negli ultimi anni un fondo comune di investimento, è incappato nella lettura di un KIID, che sta per Key Investor Information Document, ed è un documento che per legge dal 2012 affianca l’offerta di qualsiasi fondo comune commercializzato in Europa. Dovrebbe essere un documento agile e immediato per capire alcune caratteristiche del fondo. Spesso però risulta nebuloso e risponde più ai dettami della normativa che non al bisogno di informazioni dei clienti. Il vantaggio però è che le informazioni presenti nel KIID sono standardizzate e definite per legge. Ci sentiamo di dare quindi alcune dritte su come leggere il documento e soprattutto quali informazioni andare a cercare nelle diverse, poche, sezioni che lo compongono.

Obiettivo e politica di investimenti

Che tipo di fondo è? In che strumenti investe? È ad accumulazione o a distribuzione di proventi (a cedola)? Queste sono alcune delle principali domande a cui risponde questa sezione. In questa parte del KIID viene inoltre comunicato il benchmark del fondo, se presente, l’eventuale scadenza dell’orizzonte di investimento e la contestuale destinazione dei fondi (come nell’esempio qui sotto).

Attenzione. Se il fondo è a cedola, tecnicamente a distribuzione di proventi, prestate attenzione a che non compaia un riferimento come nell’esempio sottostante.

Questo è un modo con cui la SGR vi informa del fatto che, se l’ammontare della cedola prevista supera il risultato del fondo, la cedola viene pagata anche attingendo al vostro capitale.

Spese

Qualsiasi informazione contenuta in questa sezione è estremamente rilevante, dal momento che i costi sono la sola componente certa del rendimento di un fondo. La tabella dei costi riporta:

  • Le commissioni di ingresso o di uscita. È buona abitudine contrattare queste commissioni con il collocatore perché spesso sono scontabili anche per intero.
  • Le spese correnti, che rappresentano il totale delle spese pagate ogni anno dai sottoscrittori, al netto delle eventuali commissioni di performance.
  • Le commissioni di performance, prelevate l’anno precedente. Per interpretare correttamente questo dato è necessario confrontarlo con la performance ottenuta dal fondo durante l’anno. È consigliabile fare un ulteriore sforzo e leggere come sono calcolate le commissioni di performance e prediligere quei fondi che utilizzano il metodo dell’high-water mark, o non prevedono commissioni di performance.

Fuori dalla tabella riassuntiva dei costi è riportato l’ammontare totale delle commissioni di collocamento, se presenti. Questi costi, nascosti ai più, confluiscono nelle spese correnti ma il loro impatto è paragonabile a una commissione di ingresso. Nell’esempio riportato qui sotto, un fondo con una commissione di collocamento del 4,25%, preleva dal capitale degli investitori tale ammontare appena viene investito.

Risultati passati

I risultati passati del fondo sono abbastanza facilmente comprensibili. Bisogna però avere un paio di accorgimenti per interpretarli. È giusto scegliere fondi che nel lungo periodo (negli anni, non in un singolo anno) mostrano rendimenti spesso superiori al proprio benchmark. Questo infatti può essere indice di una gestione attiva efficace. Se il fondo non ha un benchmark, è più difficile interpretare la validità della gestione perché il risultato del fondo andrebbe infatti comparato con quello della media dei fondi flessibili nei diversi anni, operazione non sempre agevole anche perché la categoria dei fondi flessibili è sempre più eterogenea.

I rendimenti passati non sono il primo criterio per scegliere un fondo, ma sono comunque importanti per il motivo di cui sopra. Sempre più frequentemente però chi legge un KIID si trova davanti a questa situazione:

I fondi con la finestra di collocamento, prodotti sempre più diffusi, non hanno storia, ed è quindi impossibile per l’investitore capire come la gestione del fondo ha affrontato diversi momenti di mercato, come ha performato il fondo rispetto ad un benchmark o rispetto ad altri prodotti.

Insomma, il KIID racchiude in sé alcune, poche, informazioni sul fondo in esame, e la buona comprensione di queste permette di scegliere consapevolmente un buon prodotto, con una struttura commissionale efficiente, senza costi nascosti o brutte sorprese, anziché accontentarsi del primo prodotto che si incontra o che viene proposto. Quindi, buona lettura (dei KIID)!

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