Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
Il biglietto si paga all’ingresso (e poi anche dentro). Le commissioni di ingresso, o di sottoscrizione, sono il più classico, conosciuto e riconosciuto dei costi legati ai fondi comuni di investimento. Vale la pena però chiarire alcuni punti per evitare brutte sorprese e scegliere al meglio per i nostri risparmi.
Non sfruttare tutte le opportunità di diversificare i propri investimenti è uno degli errori più frequenti e diffusi commessi dagli investitori.
Aggirandosi per il web è facile imbattersi in annunci che invitano a fare trading con le materie prime, ad acquistare oro e argento o a vendere e comprare contratti sul prezzo del grano e del caffè. Di cosa si tratta? È una buona idea? Quali sono i potenziali benefici? Che accorgimenti bisogna avere? Vediamo di fare un po’ di chiarezza sul tema.
Nel film “Inside Out”, ultima creazione della Pixar, cinque emozioni interagiscono tra di loro e determinano il comportamento di una ragazzina di 11 anni. Allo stesso modo, quando prendiamo scelte che riguardano i nostri investimenti, diverse emozioni possono influenzare le nostre scelte, portandoci a fare frequenti errori per i nostri investimenti di lungo termine.
In qualsiasi settore, anche in finanza, le imprese tendono a vendere ciò che massimizza i loro profitti ma non necessariamente l’utilità dei consumatori. Il recente libro di due famosi economisti, Akerlof e Shiller, approfondisce questi rischi. Riprendiamo di seguito un articolo pubblicato sul Wall Street Journal.
Spesso restare investiti quando i mercati scendono sembra difficile e l’ultima cosa che si farebbe è continuare a investire. Eppure questa potrebbe essere la strategia di investimento migliore nel lungo termine.
“Prima dell'adesione leggere attentamente il KIID”. Già… il KIID. Il KIID è quel documento che sintetizza quelle che dovrebbero essere le informazioni più rilevanti per un investitore riguardo ad un fondo di investimento. Grazie alla chiarezza tipica di regolatori e istituzioni finanziarie, la lettura del KIID risulta ostica a molti, volenterosi, che la approcciano.
La voce dei pessimisti è forte e domina il dibattito pubblico. Le teorie più in voga sul futuro (catastrofico) dell’economia globale spaziano dal sovrappopolamento rispetto alle risorse disponibili (la cosiddetta trappola malthusiana), al suo opposto, ossia la decrescita dovuta all’invecchiamento delle popolazione e al crollo dei tassi di fertilità, passando per il rallentamento della domanda aggregata, la stagnazione secolare.
Dallo scoppio della crisi, il debito totale globale è cresciuto di 57 mila miliardi di dollari. Questa enorme accumulazione di debito governativo e privato, è stata in parte frutto di una specifica reazione politica alla crisi, ma in parte è anche l’effetto di politiche che incentivano l’assunzione di debito per famiglie e imprese. Questi sussidi pubblici hanno effetti fortemente negativi sull’economia, in quanto portano disuguaglianza, inefficienza e vulnerabilità, anche in Italia.
È difficile mettere d’accordo due economisti. Diverse scuole di pensiero si scontrano su tutto, dal ruolo dello stato nell’economia, a quello della banca centrale, alla composizione del fisco. A leggere però in questi giorni molti commenti, sembra che ci sia una tesi che è portata avanti da molti esperti, indipendentemente dalla nazionalità, dall’orientamento politico e dal ruolo: l’Europa dovrebbe accogliere i migranti, ne ha bisogno. Ecco l’opinione di Ian Buruma, in un recente articolo pubblicato su Project Syndicate.