Per te, ogni due settimane, una selezione dei migliori articoli del blog.
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Da quest’anno, e ancor di più dall’inizio del 2016, cambia a livello europeo la procedura con cui sono gestite le crisi bancarie. Se un tempo lo Stato, e quindi tutti i contribuenti, si faceva in qualche modo carico delle perdite degli istituti di credito, oggi è stato sancito il criterio per cui i creditori della banca devono essere coinvolti nel salvataggio prima di poter ricorrere a qualsiasi altra forma di finanziamento esterno. La BRRD (Bank Recovery and Resolution Directive), nota in Italia come Direttiva sulla risoluzione bancaria, è la normativa che ha sancito questo cambiamento di impostazione e sarà recepita interamente da inizio 2016.
Il fallimento di quattro istituti di credito, Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, domina da settimane le cronache italiane, e riecheggiano le proteste dei risparmiatori che hanno visto azzerati i loro investimenti in azioni e obbligazioni subordinate di queste banche. Della direttiva e dei dettagli dei salvataggi abbiamo già scritto in maniera estensiva (qui o qui). I recenti accadimenti stanno però provocando una forte inquietudine diffusa che ha portato molti a chiedersi se la propria banca fosse a rischio fallimento e se fossero anche loro a rischio di perdere i risparmi di una vita.
Sicuramente le esperienze dei risparmiatori che hanno perso i loro soldi costituiscono un monito per tutti quanti. Il panico mediatico innescatosi, rischia però di far perdere di vista alcuni semplici accorgimenti che fanno sì che chiunque possa dormire sonni tranquilli. Facciamo quindi il punto della situazione per aiutare un risparmiatore e correntista a gestire i propri risparmi, senza trovarsi in situazioni di cui potrebbe pentirsi.
Come evitare gli errori e le trappole più comuni quando si gestiscono i propri soldi? Per rispondere a questa domanda, AcomeA ha redatto un manuale di autodifesa in 10 punti. Se più correntisti delle banche fallite avessero osservato quei semplici principi, i disagi registrati sarebbero stati molto più contenuti e non ci troveremmo davanti all’emergenza nazionale che si respira in questi giorni.
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