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Una Carta dei diritti dell’investitore?

Oggi a Milano, nella cornice di Palazzo Mezzanotte si è tenuta un conferenza dal titolo ‘Putting Investors First’ organizzata dalla CFA Society Italy* in collaborazione con Borsa Italiana. L’occasione ha visto riuniti diversi protagonisti del risparmio gestito italiano intenti a discutere dei cambiamenti in atto e delle prospettive future del settore.

di Alessandro Leozappa - 17 Novembre 2015 - 6'

Oggi a Milano, nella cornice di Palazzo Mezzanotte si è tenuta un conferenza dal titolo ‘Putting Investors First’ organizzata dalla CFA Society Italy in collaborazione con Borsa Italiana. L’occasione ha visto riuniti diversi protagonisti del risparmio gestito italiano intenti a discutere dei cambiamenti in atto e delle prospettive future del settore.

Al centro della conferenza il tema di come riportare la fiducia per far crescere l’industria del risparmio. La fiducia, come si sa, gioca un ruolo fondamentale all’interno dell’industria finanziaria. E lo è sempre di più dal crollo di Lehaman Brothers e la conseguente crisi mondiale da cui solo oggi riusciamo a intravedere spiragli positivi.

E’ importante dunque capire come oggi in Italia ci si sta muovendo per rendere il rapporto fiduciario più saldo e basarlo sul principio cardine dell’allineamento degli interesse tra cliente finale e industria.

Tra normativa a tutale degli investitori e autodisciplina sono stati diversi gli interventi interessanti che hanno cercato di spiegare l’attuale contesto e gli scenari futuri. Quello che però spesso manca in queste occasioni è la possibilità di vedere nella pratica l’attuazione delle tante belle parole proclamate da un pulpito.

E allora di questo convegno abbiamo deciso di portarci via e condividere un vademecum che riteniamo semplice e pratico per il risparmiatore. Una piccola guida da utilizzare come una serie di caratteristiche da ricercare nel proprio interlocutore allorquando si decide di instaurare un rapporto fiduciario all’interno della fornitura di prodotti di investimento o servizi finanziari.

La cosiddetta ‘Carta dei diritti dell’investitore’, come si spiega in una nota, “è stata redatta da CFA Institute per indicare agli utilizzatori di prodotti e servizi finanziari la condotta che hanno il diritto di aspettarsi dai fornitori di questi prodotti e servizi. Questi diritti riflettono quei principi etici fondamentali che sono fattori critici per costruire l’affidabilità e la fiducia in una relazione professionale. Questa lista si applica a prodotti finanziari e servizi quali la gestione del risparmio, la ricerca e la consulenza in materia finanziaria, la finanza personale, le assicurazioni e l’investimento immobiliare. Sia che voi stiate definendo un piano d’investimenti per il futuro, acquistando titoli, aprendo un conto corrente o comprando un’abitazione, la Carta dei Diritti dell’Investitore è uno strumento per aiutarvi ad ottenere quelle informazioni di cui avete bisogno e quel livello di servizio che vi aspettate ed al quale avete diritto.

Ecco di seguito alcuni dei diritti descritti nella ‘Carta’ e qualche approfondimento presente nel nostro blog.

Quando richiedo dei servizi di ambito finanziario a professioni o imprese, ho il diritto a…

1. Una condotta onesta, competente ed etica, rispettosa della legge vigente.

– Sul tema dell’onestà all’interno del sistema finanziario rimandiamo a questo breve approfondimento del Prof. Luigi Guiso.

2. Una consulenza indipendente ed oggettiva ed un’assistenza basata su un’analisi informata, un giudizio prudente ed un lavoro diligente.

– Su come orientarsi tra la moltitudine di fondi comuni disponibili sul mercato e porsi e porre le giuste domande quando si sceglie di avvalersi di un servizio di consulenza rimandiamo a questo articolo

3. La precedenza dei miei interessi finanziari su quelli dei professionisti e delle organizzazioni stesse.

– Il tema del conflitto di interesse è ampiamente trattato all’interno di questo blog. Ad esempio portiamo questi due articoli: Nella rete di banche e SGR e Gli Interessi di Bancoposta a spese dei clienti.

4. Un trattamento equivalente a quello degli altri clienti.

– Sappiamo che in Italia la stragrande maggioranza degli investitori ha una ricchezza finanziaria sopra la media. Eppure c’è chi si rivolge proprio a chi dispone di un capitale limitato senza distinzioni tra clienti di serie A e di serie B. Ecco come.

5. L’esplicitazione di qualunque conflitto d’interesse esistente o potenziale nel fornirmi prodotti o servizi.

– In linea al punto (3) proponiamo questo approfondimento

6. Comunicazioni chiare, accurate, complete e puntuali che facciano uso di un linguaggio semplice e siano presentate in un formato che trasmetta l’informazione chiaramente.

– Chiunque abbia sottoscritto negli ultimi anni un fondo comune di investimento, è incappato nella lettura di un KIID e, se non avvezzo, avrà trovato sicuramente alcuni punti oscuri. Ecco una breve guida per interpretare il documento chiave che affianca l’offerta di qualsiasi fondo comune commercializzabile non solo in Italia ma in tutta Europa.

7. La spiegazione di tutte le commissioni ed i costi che mi vengono addebitati ed un’informativa che dimostri che queste spese sono eque e regionevoli.

– Sul tema delle commissioni raccomandiamo:

Quando temere le commissioni di performance

Le commissioni di collocamento spiegate bene

L’inesorabile aritmentica delle commissioni di ingresso

Ci associamo a CFA Society Italy e speriamo che questi ‘diritti’ diventino presto una best practice nel settore. Siamo consapevoli che il primo passo dovrà venire necessariamente dal lato della domanda. Per questo rinnoviamo l’invito della CFA Society a tutti i risparmiatori di richiedere “esplicitamente che i professionisti della finanza rispettino questi diritti”. Questo “vi aiuta a far crescere la fiducia nelle persone e/o imprese con cui iniziare un rapporto e, come conseguenza, serve a ristabilire a livello collettivo la fiducia, il rispetto e l’integrità in tutto ciò che riguarda la finanza”.

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